"Restiamo abitanti della nostra città", l'iniziativa
Assemblea pubblica il 10 maggio perché Comune e Regione tutelino i residenti contro la turisticizzazione cui sta andando incontro, a Napoli, soprattutto il centro storico
Il tema è quello dell'evidente turisticizzazione della città che sta portando soprattutto il suo centro a perdere residenti veri e quindi identità. Mercoledì 10 maggio, alle 18, presso il cortile di Santa Chiara a piazza del Gesù si terrà un'assemblea cittadina organizzata da Rete Set, Campagna per il diritto all'abitare, Mi riconosci - Napoli e Rete dei Beni comuni.
"Restiamo abitanti della nostra città", questo il nome dell'iniziativa, è un'assemblea nata da un appello pubblico destinata, nelle intenzioni degli organizzatori, a fare da premessa a mobilitazioni volte a chiedere, a Comune e Regione, prese di posizione e interventi concreti sulla questione. Un'azione istituzionale che si fa ancora più urgente dato il tavolo in corso tra la ministra Daniela Santanchè e i sindaci per una legge che regolamenti gli affitti brevi.
"Noi amiamo Napoli – scrivono gli organizzatori – per questo vogliamo restare abitanti di questa città. Il business delle case vacanze sta costringendo sempre più persone che non hanno una casa di proprietà ad andarsene. Gli sfratti anticipati si moltiplicano, perché i proprietari sono ansiosi di approfittare (nel senso letterale di trarre profitto) della bolla turistica che oggi interessa in particolar modo il centro storico di Napoli".
"Sono circa 10mila le abitazioni trasformate in case vacanza in città e il numero aumenta continuamente...Soprattutto gli abitanti degli strati popolari e meno garantiti hanno enormi difficoltà a difendersi o a trovare un nuovo appartamento nei quartieri storici. Allo stesso modo meno studenti scelgono di venire a vivere a Napoli perché è impossibile trovare una camera in affitto a prezzi decenti. Il problema non è il turismo in sé, ma il meccanismo speculativo innescato da Airbnb e dalla proliferazione senza limite di affitti turistici".
La richiesta è infatti, proprio per Airbnb, di una "regolamentazione stringente" che sia "a tutela dei ceti più deboli che non posseggono una casa di proprietà", questo anche per frenare "uno svuotamento inesorabile del centro storico che già dal 2013 ha continuato a perdere popolazione, un trend che non può che accelerarsi nei prossimi anni se non ci sarà una inversione di tendenza nelle politiche per la casa a favore dei ceti meno garantiti".
"Il boom del turismo – proseguono gli organizzatori – ha bisogno di regole e di politiche per tutelare gli abitanti. Un discorso simile riguarda infatti l'occupazione senza limiti di suolo pubblico con una delibera nata per l'emergenza Covid ma che viene continuamente prorogata. E gli effetti sull'impatto ambientale e dei servizi pubblici".