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"L'asilo nido Rocco Jemma è un bene da tutelare e non da abbattere"

Il consigliere della II Municipalità di Napoli Pino De Stasio presenta un esposto sul futuro dello storico istituto di Materdei: sollecitata una verifica da parte della Sovrintendenza sull'interesse artistico e storico dell'edificio

Nel quartiere Materdei tiene banco da alcune settimane la questione legata al futuro dell'asilo nido "Rocco Jemma", la storica struttura nel cuore di Napoli che necessita di un adeguamento alle attuali normative antisismiche e che il Comune starebbe valutando di abbattere e ricostruire sfruttando i fondi del Pnrr.

Dopo la mobilitazione dei genitori dei bambini ospitati dalla struttura e dei residenti del quartiere, sull'argomento è intervenuto negli ultimi giorni anche il consigliere della II Municipalità di Napoli Pino De Stasio, presentando un esposto in cui viene sollecitata una verifica della Sovrintendenza relativa alla sussistenza dell'interesse storico, artistico e culturale dell'edificio sorto in via Appulo oltre 70 anni fa. 

"L'asilo nido 'Rocco Jemma' - si legge sul sito del Comune - è una delle istituzioni comunali più antiche della città di Napoli. Situato nel cuore del centro storico, nella zona di Materdei, vanta una tradizione decennale di accoglienza per la primissima infanzia. L'edificio, ampio e luminoso, è suddiviso in due piani, dotato di ambienti comodi e soleggiati, pensati e organizzati in funzione del bambino. La struttura può ospitare fino a 54 bambini suddivisi in lattanti, medi e grandi".

L'esposto del consigliere De Stasio

"Per quanto di competenza - scrive il consigliere De Stasio nel suo esposto - si segnala agli uffici in indirizzo che il Comune di Napoli starebbe valutando la possibilità di abbattere e ricostruire l'edificio in oggetto indicato. Nello specifico, con l’abbattimento dell’asilo nido Rocco Jemma avverrebbe un grave depauperamento del patrimonio culturale della città. Infatti, l’asilo in questione rappresenta una delle istituzioni più antiche di Napoli in ambito educativo, oltre a significare una notevole rappresentazione dell’architettura degli anni 30 che deve essere conservata, intatta, per la sua valenza artistica. La struttura circolare dell’immobile è un unicum nel territorio comunale. Da questo punto di vista l’istituto parrebbe soddisfare tutti i requisiti per accedere, in pieno, alla categorizzazione di bene culturale, così da essere sottoposto al relativo vincolo, il quale impedirebbe modificazioni o interventi in contrasto con i suoi caratteri originari".

"L’asilo nido Rocco Jemma - prosegue De Stasio - è bene da tutelare e non da abbattere, essendo un edificio di architettura razionalista e, dunque, di rilevante interesse artistico e storico. Oltretutto, l'immobile è di specifica importanza a causa del suo riferimento con la storia politica, dell'educazione e della cultura in genere, ovvero quale testimonianza dell'identità della storia e dell'istituzione pubblica collettiva, rivestendo un rilevante valore di collegamento identitario del quartiere, come ammesso dallo stesso Comune di Napoli sul suo sito internet". 

De Stasio nell'esposto solleva poi un'altra problematica rilevante, come quella dell'individuazione di un immobile alternativo in cui ospitare il servizio d'istruzione durante la ricostruzione: "Orbene, si domanda alla competente Soprintendenza di voler avviare ogni verifica relativa alla sussistenza dell’interesse artistico, storico e, in genere, culturale dell’edificio, così da valutare anche l’applicazione in via cautelare di ogni misura a carattere preventivo idonea ad arrestare, nell’immediatezza, ogni intervento che possa alterare o incidere sull’edificio stesso. In aggiunta si sottolinea come, con il decreto dirigenziale n. 84 del 25/02/2022, il nido sarà soggetto a demolizione e ricostruzione con finanziamento Pnrr, ma non è stato ancora individuato un immobile alternativo in cui 'spostare' il servizio d’istruzione, così mettendo a rischio il diritto all’istruzione dei bambini e delle relative famiglie. Per tale motivo, s’invoca anche l’intervento del competente Ufficio territoriale del Governo, non solo in termini di vigilanza sul relativo progetto, vieppiù per ciò che concerne il piano di demolizione e il relativo coordinamento, anche in sede di conferenza provinciale, eventualmente attivando ogni potere interlocutorio, di programmazione e raccordo, riconosciuto al Prefetto della Repubblica, nei termine che il pregevole Ufficio riterrà semmai sussistente. Invero, l’amministrazione comunale potrebbe modificare i termini ed il piano di abbattimento, facendo rientrare l’edificio tra quelli destinati alla messa in sicurezza e riqualificazione, così preservando il superiore interesse pubblico all'integrità del bene". 

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