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Ha casa al Vomero, ma preferisce fare la clochard a Battipaglia

La storia di una 51enne che ha scelto di non appoggiarsi presso la casa della madre nella zona collinare. La donna, il compagno e il figlio vivono con pochi vestiti donati dalla chiesa e mangiano alla mensa dei poveri

Ha casa al Vomero, ma preferisce vivere da clochard in un ex supermercato di Battipaglia insieme al compagno 49enne e al figlio di 34 anni. E' questa la strana storia di una donna di 51 anni, raccontata da Francesco Piccolo sul quotidiano La Città di Salerno.

La donna, separata con un figlio a carico, riceveva 350 euro di reddito di cittadinanza, finché dal Comune di Battipaglia hanno fatto sapere che nulla più le era dovuto. I tre vivono con pochi vestiti donati dalla chiesa e mangiano alla mensa dei poveri. Non c’è la luce nel locale, così la famiglia utilizza delle candele per farsi strada nella notte. C’è un piccolo bagno che la signora riesce a tenere pulito con detersivi donati dalla Caritas, ma manca l’acqua. Così sono costretti a riempire delle bottiglie sotto una fontana per bere e lavarsi.

Il Comune di Battipaglia ha dedicato alla vicenda tre riscontri (datati marzo, luglio ed ottobre) come risposta all’interrogazione presentata dal consigliere Cecilia Francese, la quale aveva chiesto lumi dopo l’articolo pubblicato sulla Città.

Il Comune parla di una situazione complessa, rivelando che la zia materna della signora, residente in piazza Galdi, "ha sempre avuto la disponibilità di un alloggio, di proprietà della madre della signora che vive a Napoli nel quartiere Vomero, lasciando libero l’appartamento proprio per la 51enne. La donna, però, non ha mai voluto occupare tale alloggio per essere libera e per non condividere momenti di vita familiare con i suoi parenti, con i quali non ha buoni rapporti".

"La signora - si legge nella relazione del comune salernitano - non ha mai voluto recuperare i rapporti con la famiglia, anzi ha mostrato di essere infastidita da tali ingerenze, affermando che se il Comune si vuole interessare a lei, lo deve fare con concessione di contributi".

La conclusione del Comune di Battipaglia sulla vicenda è dunque semplice: "Pur avendo la disponibilità dei parenti ad interessarsi delle loro problematiche personali, la donna ed il figlio hanno rifiutato il loro aiutato, scegliendo di vivere volontariamente per strada".

 

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