Ponte incompiuto San Giacomo dei Capri, la proposta di Jacopo Fo
Il noto scrittore rilancia la proposta di un giardino sospeso da realizzare sulla bretella incompiuta che giace nel cuore del quartiere Arenella
"Un monumento alla demenzialità, di eccelse proporzioni, da decenni se ne sta lì, in mezzo alle case. Parlo del ponte incompiuto di San Giacomo de’ Capri, quartiere Arenella. Un mostro lungo più di 100 metri e largo una dozzina, con alcune centinaia di metri di prato adiacente e recintato. Un ponte che parte dal nulla e si interrompe al terzo pilastro, di fronte a uno schieramento di palazzi". E' questa la definizione data dal noto scrittore Jacopo Fo sul Fatto Quotidiano, della bretella incompiuta di via San Giacomo dei Capri, di recente bonificata grazie ad un intervento della Cooperativa 25 Giugno in collaborazione con Asìa e la V Municipalità Vomero Arenella.
Fo lancia allora un appello al Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, per cercare di recuperare quest'opera: "Caro de Magistris, mi rivolgo a te visto che la nostra visione del mondo mi pare in sintonia, proponendoti un’idea modestamente geniale che servirebbe a dare l’esempio di come possiamo rovesciare una situazione di spreco e trasformarla in una fonte di lavoro, di guadagno e di pubblicità per Napoli. perché non diamo un bell’esempio di rinascita di risorse e di spirito e lo trasformiamo in qualche cosa di utile? Con una piccola spesa potremmo nel giro di pochi giorni, con apposite ringhiere e con qualche camion di terra, trasformarlo in un giardino sospeso, come hanno fatto a New York con alcune strade sopraelevate in disuso. Potremmo metterci un grazioso chiosco che venda bibite, qualche scivolo e altalene per i bambini, un po’ di panchine e alberi. Con una spesa più cospicua, ma non stratosferica, potremmo sfruttare lo spazio sotto il ponte per agganciarci un piano praticabile dove dar vita a un centro sociale con palestra, ristorante, sale per incontri. E potremmo far decorare a giovani artisti i 6 enormi piloni e le fiancate del ponte".
"Diventerebbe - conclude Fo - un luogo delizioso ed estremamente pittoresco. Ci verrebbero i turisti a farsi fotografare. Credo che gli abitanti del quartiere sarebbero entusiasti di vedersi trasformare quell’obbrobrio in uno spazio verde, che potrebbe diventare architettonicamente gradevole e perfino aumentare il valore delle loro abitazioni, di certo depresso dalla presenza di quel catafalco di cemento ammuffito. Si otterrebbe a poco prezzo uno spazio per il gioco, lo sport e la cultura, con i loro certi benefici sociali e umani e pure qualche posto di lavoro".
