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Pomigliano Pomigliano d'arco / via ex aereoporto

Gli operai della Fiat sostengono l'ex colorificio Toscano

"Aziende che un tempo erano luogo di creatività, ora sono trasformate in capannoni svuotati e abbandonati, perchè il mercato tira da un'altra parte"

Continuano i sostegni a favore della riapertura dell'ex Colorificio Toscano, all'interno del quale il Municipio dei Beni Comuni sta dando vita ad una nuova esperienza di partecipazione democratica e restituzione di beni comuni alla colletività.

 In un comunicato sottoscritto da operai della Fiat di Pomigliano, giuslavoristi, delegati Rsu della Fiom di Piaggio, Vodafone, Continental, Scienzia Machinale, Gkn, Terim, dalla redazione di Controlacrisi.org, e da un membro del direttivo Flc di Pisa, si legge: "la storia del Colorificio è uguale alla storia di tante fabbriche sparse sul territorio nazionale, nella drammatica crisi che stiamo tutti affrontando. Aziende che un tempo erano luogo di creatività e che ora sono trasformate in capannoni svuotati e abbandonati".

 
"Attraverso l'azione comune -  continua la nota - questi capannoni abbandonati sono stati restituiti alla collettività. Siamo convinti che questo luogo, che ha visto in passato protagonisti lavoratrici e lavoratori, tornerà alla sua vocazione originaria, la produzione, stavolta però come fucina di partecipazione e democrazia: in una parola un bene comune, il luogo in cui costruire e sperimentare nuove forme di cittadinanza attiva".

"Siamo solidali con coloro che hanno compiuto questo lavoro di restituzione alla collettività e che costruiranno ora questa nuova esperienza di condivisione e socialità. Seguiremo con grande attenzione e interesse questo progetto basato su un capitale di relazioni, mettendo in prima fila la società e i territori colpiti da una globalizzazione predatoria. Sarà solo grazie a innovazioni come questa che si potranno analizzare e perseguire strumenti nuovi per uscire dalla crisi, scegliendo la rotta di un paradigma alternativo alla restaurazione di un sistema economico predatorio che mette al centro il capitale e lo sfruttamento piuttosto che il benessere e la piena realizzazione degli individui".
 
"Chiediamo agli enti locali, a partire dalla Regione Toscana, di rispettare e sostenere per quanto possibile questa pratica di cittadinanza, che si appresta ad ospitare anche attività, idee e approfondimenti inerenti alle nostre pratiche e vertenze quotidiane. La modalità aperta, pacifica e trasparente con cui è stato riaperto questo spazio segna il passo di un nuovo tempo e l'affermarsi di nuove comunità, con cui le istituzioni tradizionali devono imparare a dialogare alla luce del sole".

 

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