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Pomigliano: "Volevo fare l'allenatore di calcio e ora lavoro in Fiat"

Francesco, 26 anni, racconta la sua storia. I sacrifici che ha fatto per ottenere il contratto a tempo "indeterminato" e l'angoscia di non poter provvedere a tutte le spese per il basso salario

 
 “Da piccolo sognavo di diventare un allenatore di calcio”. Francesco Pezzella, 26enne, aveva un sogno: avrebbe voluto allenare una squadra di calciatori professionisti e in un articolo di Cronache di Napoli racconta la sua storia. Abita con i genitori a Grumo Nevano e lavora dal  2007 come impiegato della Fiat, uno stabilimento importante e nello stesso tempo in  piena crisi.
 
“Dopo essermi diplomato ho capito che non sarei mai arrivato ad allenare un’importante squadra di calcio. Così ho iniziato a corteggiare l’idea di gestire una pompa di benzina, mi pareva un’attività redditizia, che fruttasse un sacco di soldi. Poi, purtroppo e per fortuna poco dopo il diploma ho iniziato a collaborare con il gruppo Fiat”. 
 
Francesco è riuscito dopo un breve apprendistato a conquistare un contratto a tempo indeterminato al reparto stampaggio e verniciatura. Un contratto che prevedeva “il riconoscimento della cassa integrazione guadagni straordinaria per ristrutturazione”.
 
“Lavoro otto ore al giorno ma non sono gli orari a pesare, tantomeno la turnazione, ci si abitua a lavorare anche di notte, anche a ritmi sostenuti. Io sono fortunato perché i miei fratelli sono già sposati e io in casa vivo solo con i miei genitori. Ma se avessi una famiglia come potrei garantirle una stabilità economica con uno stipendio di 850 euro al mese? I miei colleghi già sposati non riescono ad arrivare a fine mese. Molti hanno figli, bimbi piccoli e i nostri stipendi non arrivano a coprire le spese indispensabili. Vivono senza sperchi"
 
Un ragazzo di 26 anni che descrive la sua vita, i sacrifici che ha dovuto fare e che continua a fare per il proprio lavoro. Un lavoro che non gli da sicurezza e che non gli permette di sognare. Sognare di avere una famiglia, dei figli da accudire e da portare a mare. No, non li potrebbe portare a mare e non ne potrebbe avere di figli, almeno per ora. Almeno fino a quando non si esce dalla crisi. Ma quando si esce dalla crisi?
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