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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Fuorigrotta Bagnoli / Via John Fitzgerald Kennedy

Edenlandia, bufera sullo stop ai lavori: "Ecco di chi è la colpa"

L'incontro di alcuni lavoratori con rappresentanti della soprintendenza non ha dato i frutti sperati: nessun passo indietro, non può iniziare la riqualificazione della struttura

La riapertura di Edenlandia sembra sempre più lontana. La rinascita del parco giochi, che la New Edenlandia Srl ha rilevato dalla curatela fallimentare, dipende dalla soprintendenza: all'alba dei lavori di riqualificazione della struttura i compratori hanno scoperto che l'area è sottoposta a vincolo. Stop ai lavori, che peraltro in quei primi momenti altro non erano che l'abbattimento di quanto è stato già bollato come abusivo.

Come raccontato dalla Radiazza, una delegazione di dipendenti è stata ricevuta da dirigenti dell'ente in rappresentanza del soprintendente Giorgio Cozzolino: l'incontro non è andato come sperato. Sul vincolo monumentale la soprintendenza non fa passi indietro. In pratica per ogni intervento su ciascuna giostra la nuova proprietà del parco dovrebbe chiedere (e, peggio ancora, ottenere) l'autorizzazione.

Intanto la cassa integrazione per i 55 lavoratori scade a maggio, e lì scatterà il licenziamento. Venerdì si sono riuniti in presidio all'esterno del parco, ma le iniziative di protesta proseguiranno. Il segretario Cgil di Napoli, Gianluca Daniele, spiega che “è politicamente inaccettabile sia tutto fermo da mesi. Nessuno fa niente per sbloccare la situazione: i lavori non partono, la riapertura slitta e i dipendenti sono a rischio”.

Secondo il numero uno della Cgil a Napoli è colpa anche di Comune e Regione, che “non fanno nulla contro la soprintendenza che sta rallentando il rilancio di un'intera area. La soprintendenza dica con chiarezza quali manufatti abusivi possiamo abbattere”.
“Ad oggi – fanno notare Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli della Radiazza – mai la soprintendenza aveva preteso di dover dare l’autorizzazione per installare i giochi”. “Sembra quasi ridicolo che dopo 50 anni di totale disinteresse, oggi la burocrazia scelga di essere tanto presente, al punto da mettere in pericolo la fattibilità dei lavori di riqualificazione”.

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