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Iannello: "Il nuovo piano per Bagnoli è frutto del buon senso"

Dal consigliere comunale di Ricostruzione Democratica apprezzamenti al progetto presentato da Matteo Renzi: "C'è solo da sperare che venga realmente attuato"

Bagnoli, tra le polemiche, ha un nuovo progetto di riqualificazione. La visita in città del presidente del Consiglio Matteo Renzi ha portato con sé l'illustrazione del piano messo a punto dalla "cabina di regia" successiva al commissariamento. Abbiamo chiesto un parere su quanto emerso al consigliere comunale di Ricostruzione Democratica Carlo Iannello, tra i più attivi in questa consiliatura sul fronte Napoli Ovest.

Consigliere, come riessume e giudica il nuovo piano per la riqualificazione di Bagnoli?
"In sintesi, rispetto della legge del 1996, piena compatibilità con gli indirizzi del piano regolatore generale del Comune, piccola correzione di alcuni aspetti del piano ma in piena conformità con gli indirizzi dello stesso piano (penso al porto canale, alla diminuzione della quota di residenze, allo spostamento di Città della Scienza che era lì in base all'accordo di programma del 1997). Insomma, una volta che sono scritte cose di buon senso mi sorprende la volontà di denigrazione da parte di chi ha sempre affermato che queste erano le priorità per Bagnoli. Il problema sarà certamente quello della effettiva e coerente attuazione del progetto, non la sua contestazione".

Non aveva duramente criticato il commissariamento, in passato?
"Il commissariamento nell'articolo 33 dello Sblocca Italia era al di fuori dei principi della Costituzione, conferiva ad una società costituita anche da privati, quella che si sarebbe dovuta costituire insieme al soggetto attuatore Invitalia, sia la proprietà dei suoli che la possibilità di scriversi le regole. Un aborto giuridico poi eliminato nel 'Milleproroghe'. Adesso, semplicemente, Invitalia a Bagnoli ha assunto il ruolo di Società di Tresformazione Urbana come è stata in passato Bagnolifutura. Con la differenza che parliamo di un soggetto al centro per cento dello Stato, mentre la vecchia Stu era in prevalenza del Comune. Certo, il piano approvato dal commissario ha potere derogatorio rispetto alla pianificazione urbanistica generale del Comune, ma il problema non si pone se il piano presentato resta questo: il progetto è in linea con gli indirizzi del piano regolatore vigente, anzi lo migliora".

Eppure le contestazioni ci sono.
"Quello che mi sorprende del dibattuto di questi giorni è il comportamento di chi ha sempre affermato che queste erano le priorità per Bagnoli. Come se adesso, una volta affermate da Renzi, avessero perso la loro carica antagonista. In realtà ho sempre pensato che queste proposte fossero le cose giuste e opportune per garantire uno sviluppo compatibile di Bagnoli e il riscatto morale, civile, economico e ambientale di quell'area, per anni vittima di un'idea di sottosviluppo, rappresentata dall'industria inquinante che ha danneggiato ambiente e salute dei cittadini".

Torniamo ad alcuni aspetti del progetto destinati a creare dibattito. Innanzitutto lo spostamento di Città della Scienza.
"Dai disegni pare evidente che Cttà della Scienza vada lì dove qualsiasi persona di buon senso la avrebbe collocata. Questo è un risultato positivo. Resta l'amarezza: da decenni a Napoli non ha governato il buon senso".

Poi c'è il porto da 700 posti, e le spiagge. Solitamente presenza di un porto e balneabilità non vanno però molto d'accordo.
"Il porto è una soluzione che non ho mai considerato compatibile con il recupero di Bagnoli. Detto questo, collocarlo dietro Nisida e lontano dalla spiaggia, riducendo di oltre la metà l'attuale approdo, è migliorativo anche rispetto all'ipotesi del vigente piano regolatore, che prevede un porto canale scavato nella spiaggia che interrompe la linea di costa".

Per l'intero progetto saranno stanziati 272 milioni. Si riuscirà a rientrare nel budget, dato l'elevato costo della rimozione della colmata a mare?
"I costi della rimozione della colmata sono stati sempre gonfiati, a causa di scelte irrazionali, come quella di trasferire i materiali di risulta a Piombino. Solo nel 2003 credo che si stata fatta la scelta più corretta e la quantificazione più verosimile: 48 milioni di euro e portare il materiale nella vasca di colmata della darsena di levante del porto di Napoli. L'accordo di programma del 2007 ha aumentato i costi e prodotto solo una grande confusione. Resta la moderata soddisfazione nel constatare che un'altra scelta di assoluto buon senso, prima ancora che urbanistica, ambientale e paesistica sia stata assunta in sede governativa. La classe dirigente napoletana ha perso un'altra buona occasione per affermare un indirizzo chiaro e coerente per lo sviluppo di Bagnoli. C'è solo da sperare che questo piano si attui per davvero e che i maggiori ostacoli non provengano proprio dal ceto politico e dalla classe imprenditoriale locali".

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