Lumini a Palazzo S. Giacomo, la protesta dei lavoratori Case-famiglia: “Il welfare è morto”
Sono circa 2mila i lavoratori delle cooperative impegnate nelle Case-famiglia che protestano dal 10 giugno per i 36 mesi di arretrati che il Comune ha accumulato nei loro confronti
Lumini cimiteriali a terra, di fronte a Palazzo San Giacomo, per simboleggiare "la morte del Welfare a Napoli". Si tratta dell'ultima forma di protesta dei lavoratori delle cooperative impegnate nelle Case-famiglia e nei progetti socio-educativi: circa 2mila persone, che vantano 36 mesi di arretrati dal Comune. Su ciascun lumino è scritto il nome di uno degli assistiti, un minore a rischio delle case-famiglia o dei progetti educativi di recupero.
L'assessore alle Politiche sociali Roberta Gaeta ha già promesso l'erogazione di cinque bimestri arretrati entro luglio e di altri cinque entro ottobre, ma i manifestanti ritengono che le prossime ferie dei dipendenti comunali possano provocare ulteriori slittamenti. Da lì il presidio di protesta, che a detta dei lavoratori continuerà fino a quando non ci saranno certezze sui pagamenti. È iniziato il 10 giugno scorso: "Abbiamo debiti con le banche - afferma uno dei lavoratori - e le cooperative, che continuano ad assicurare i servizi al Comune di Napoli, pagano fino a 50-60 mila euro l'anno di interessi passivi. Così è impossibile andare avanti". Per i lavoratori socio-educativi - secondo i manifestanti - buona parte dei fondi (erogati dallo Stato attraverso la Regione Campania) sarebbero già stati accreditati sul conto di Palazzo San Giacomo, per poi essere utilizzati diversamente.