Tene 'e rrecchie 'e pulicano: le origini del detto
Non c'entra l'uccello pellicano, bensì una figura di epoca romana, come spiega il napoletanista Amedeo Colella
Non c'entra l'uccello pellicano, bensì una figura di epoca romana, come spiega il napoletanista Amedeo Colella
Amedeo Colella spiega le origini di uno dei più famosi detti napoletani
L’espressione napoletana ha un significato metaforico, e si riferisce alle moine e ai vezzi che gli sposi sono soliti scambiarsi nel letto
L’espressione napoletana viene usata contro gli inguaribili scrocconi, gli incalliti presidenzialisti che son soliti presenziare, anche quando non invitati, a feste o ricorrenze domestiche
L’espressione napoletana viene utilizzata per dire che il bene coniugale fa superare ogni avversità, anche a costo di sacrificio quale e' quello di bere in presenza di una crisi di stomaco con versamento acido
L’espressione è molto datata ed uno stringato modo partenopeo di riassumere l’iter della vita di un individuo
Il proverbio napoletano viene utilizzato per indicare persone avare, restii ad affrontare spese di qualsiasi genere
Il detto può essere inteso sia in senso ironico che in senso rassicurante. Il libro “Come se penza a NNapule. 2500 modi di dire napoletani” ci spiega quando si ricorre al suo utilizzo
L’aggettivo “tosco” non fa riferimento al toscano, ma a un termine di derivazione albanese che indica l’astruso linguaggio di una popolazione albanese di religione musulmana
Il proverbio viene utilizzato nelle situazioni in cui una persona “capace” risulta essere migliore di cento persone che, seppur unite, non eguagliano il livello di abilità dell’individuo più geniale
A Napoli si è convinti che un buon avvocato debba essere capace di trovare argomentazioni tali da fare assolvere anche un reo confesso
L’espressione napoletana fa riferimento alla grande inconciliabilità di gusti esistente nel vivere in comune
Espressione tipica napoletana utilizzata nei confronti di chi ha mancato completamente il risultato di un’azione
Tipica espressione napoletana utilizzata nei confronti di chi perde la testa e compie un gesto sconsiderato
Espressione napoletana utilizzata nei confronti di chi non si lascia turbare da niente e nessuno e persegue il suo fine indifferente a tutto ciò che gli accada intorno
Espressione napoletana, mutuata dal gioco delle bocce, utilizzata per indicare una condizione in cui non si è raggiunto lo scopo prefissato
Antica espressione amalfitana che si usa nei confronti di chi si impegna in qualcosa sperando di ricavarne un utile
Alla domanda “Come state” i napoletani rispondono con questa espressione per mettersi al riparo da eventuali brutte sorprese
L’espressione si usa nei confronti dell’uomo cascamorto, che ha l’atteggiamento del galante bellimbusto
L’espressione viene riferita, con tono di scherno, a coloro che si danno le arie di esseri prestanti fisicamente e moralmente, laddove sono, invece, l’esatto opposto
L’espressione è usata nei confronti di chi, per lavoro o per motivi personali, si sposta continuamente come faceva, un tempo, il venditore di taralli
L’espressione indica un lieto fine giunto al termine di una discussione o situazione complessa, ma può essere usata anche in senso “spregiativo”
L’espressione, utilizzata per indicare una condizione di miseria, richiama il colore verde con cui erano tinte le basi delle candele usate nelle aste pubbliche
L’espressione, mutuata dal gioco del tressette, si usa per indicare una persona che si trova in uno stato di nervosismo e preoccupazione
Con questa espressione si vuole indicare il saccente, il millantatore, colui che si erge a dotto e maestro, ma non ha né la cultura né il carisma necessari per essere preso in seria considerazione