Il nuovo tecnico del Napoli Maurizio Sarri ha parlato al Perlamora Festival della sua prossima avventura sulla panchina azzurra. Ecco alcune dichiarazioni, riportate da ValdarnoPost: "Ho rischiato di rimanere fermo. Avevo avuto contatti con una grande squadra, che mi aveva detto di aspettare perchè sarei stato poi il loro allenatore. Questa cosa ha complicato le trattative con la Sampdoria. Poi dopo è arrivato il Napoli ed ora allenerò la squadra per la quale facevo il tifo da bambino".

L'ex allenatore dell'Empoli ha parlato anche della storia delle partite della passata stagione che starebbe visionando in questi giorni: "Non è vero che ho visto tutte le 60 e passa partite del Napoli dello scorso anno. Ne ho viste sin qui 20/25, ma è la stessa cosa che feci in estate quando mi chiamò la Sangiovannese. Per me non cambia l'importanza della squadra che vado ad allenare, il mio metodo è sempre quello. Non so se sarà adatto a Napoli, lo vedremo. Un'esperienza in una grande squadra prima o poi bisogna provarla. Le motivazioni nel calcio sono fondamentali. Vado a Napoli consapevole che sarà un'esperienza difficilissima, con tanta pressione. Io, però, non voglio l'esaurimento nervoso: mi voglio divertire. Lo scetticismo? E' una vita che combatto con questa cosa, sono abituato. So bene che a Napoli non ci sarà la pazienza di aspettarmi e non sarà facile farsi seguire da giocatori già affermati, così come fanno i giovani. Io, però, farò del mio meglio".

Sarri ha ripercorso anche la trattativa con De Laurentiis: "E' stata complicata, lunga, per certi versi snervante, sia per me che per lui, credo. Il presidente è una persona intelligentissima, dalla fortissima personalità. Una società può fare la differenza nel lavoro di un tecnico: l'ho sperimentato in tutte le mie precedenti panchine. Se è a fianco dell'allenatore, allora si può lavorare bene e molto. Altrimenti diventa impossibile".