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Quagliarella, racconto choc: "Andai via perché accusato di essere pedofilo e camorrista"

"Lettere anonime a De Laurentiis, che decise di cacciarmi. Sono stato malissimo". Il calciatore, in aula a Torre Annunziata, ha testimoniato contro il presunto "poliziotto stalker". Tutta la vicenda

Fabio Quagliarella ritorna sul suo addio al Napoli consumatosi nell'estate del 2010. Il calciatore attualmente al Torino nella giornata di ieri ha testimoniato a Torre Annunziata nel processo a carico del presunto “poliziotto stalker”, che minacciava – tra gli altri – il calciatore con foto compromettenti in realtà manomesse.

“Andai via perché accusato di essere camorrista e pedofilo”. Questa l'inquietante verità che il calciatore stabiese ha rivelato nel corso dell'udienza di ieri. Il poliziotto, secondo l'accusa, faceva arrivare a vip di Castellammare (in forma anonima) foto taroccate compromettenti, offrendosi poi – pare dietro compenso – di risalire al colpevole.

Sull'improvviso addio ai colori azzurri da parte dell'attaccante torinista è sempre stato mistero. La sua cessione – di un calciatore che era stato presentato come possibile bandiera della squadra – causò malumori nella tifoseria e contestazioni. Che soltanto l'arrivo e l'esplosione di Edinson Cavani riuscirono a interrompere praticamente sul nascere.

"Ho conosciuto [il presunto poliziotto stalker] nel 2006 – ha raccontato Quagliarella, come si legge sulla Gazzetta dello Sport - Si diceva capace di risolvermi i problemi al telefonino e al mio contatto di Messenger, la cui password era finita in mani sbagliate. In cambio mi chiedeva autografi, foto e magliette. Richieste diventate sempre più pressanti: gli avrò dato almeno venti magliette. Quindi sono iniziate le lettere nelle quali venivo accusato di essere camorrista, di partecipare a orge e di essere pedofilo. Minacce giunte anche a mio padre e alla mia fidanzata dell'epoca". Una volta il padre del calciatore avrebbe addirittura ricevuto l'immagine di una bara con la foto del ragazzo stampata sopra.

“Me ne andai da Napoli a Torino (sponda Juve, ndR) – prosegue Quagliarella – perché ricevetti le accuse infamanti di essere un camorrista ed un pedofilo, oltre per aver partecipato a delle orge. Tutto questo giunse via lettere anche al presidente De Laurentiis, oltre che alla mia famiglia e alla mia fidanzata". "De Laurentiis mi ha mandato via dal Napoli – ha proseguito Quagliarella – soltanto per le lettere che parlavano di me come pedofilo e di miei festini e di orge a suon di droga con la camorra. Prima mi chiamava ogni giorno. Dopo le calunnie, spedite in sede a Castelvolturno nel 2010, il presidente mi disse di andare a vivere in albergo, lasciando Castellammare per stare più tranquillo. Poi non mi ha mai più telefonato. Sono stato malissimo”.
“Dopo le lettere e gli sms fui costretto a lasciare la mia città – ha concluso il giocatore – Quando andai alla Juve, nelle lettere c’era scritto che avrebbero picchiato la mia famiglia per il mio addio al Napoli".

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