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Insigne, addio a Raiola: i motivi della separazione col procuratore

Il divorzio, anticipato da Carlo Alvino, era già nell'aria da tempo

In un momento in cui di calcio giocato ce n'è zero, tengono banco questioni lontane dal campo. Una di queste in casa Napoli è il divorzio tra Lorenzo Insigne ed il suo procuratore Mino Raiola, anticipato con un tweet pochi giorni fa dal giornalista Carlo Alvino.

Le motivazioni

Secondo l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, sono molteplici le motivazioni che hanno portato giocatore e procuratore a separarsi. Inanzitutto pare che il capitano azzurro non abbia gradito come sia finita la causa intentata contro i suoi ex procuratori, ai quali dovrà ora versare diverse decine di migliaia di euro.

Inoltre pare tra i due ci fosse un accordo abbastanza chiaro: la scorsa estate Lorenzo si sarebbe dovuto trasferire in una big europea. Una cessione che non è mai avvenuta, per cause mai chiarite.

Infine a quanto pare Raiola era contrario al famoso "ammutinamento" del 5 novembre scorso, laddove invece il capitano preferì allinearsi con lo spogliatoio e anzi farsene portavoce.

Nuovo accordo in vista?

A quanto pare Lorenzo Insigne sarebbe assistito ora da Vincenzo Pisacane e Federico Pastorello, che già discuterebbero il nuovo accordo col Napoli: un’intesa fino al 2025 con adeguamento dei 4,6 milioni attuali.

Alvino: "Raiola non è più il procuratore di Insigne"

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