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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Benitez: "A Livorno partita difficile, ma dobbiamo vincere in chiave secondo posto"

Il tecnico azzurro ha parlato in conferenza stampa alla vigilia dell'ostica trasferta in Toscana

Rafa Benitez ha parlato nella consueta conferenza stampa alla vigilia di Livorno-Napoli. Ecco quanto evidenziato dal sito ufficiale del club partenopeo: "A Livorno partita importante, mi aspetto carattere da parte della squadra. E' una partita difficile, credo che i calciatori lo sanno anche perchè per puntare al secondo posto dobbiamo vincere quante più partite sarà possibile. Ci teniamo a disputare un gran campionato. Chiaramente Gonzalo è un uomo importante, così come Albiol. Qualcosa si perde chiaramente in campo. Ma abbiamo una rosa importante e ho fiducia in chi giocherà. Noi dobbiamo cercare di conquistare il successo sempre, questa è la nostra mentalità e chi andrà in campo sa benissimo cosa fare. Dobbiamo avere sempre alternative importanti".

Napoli che torna in campionato con morale alto dopo la bella serata in Europa League:

"Sì, era difficile battere lo Swansea e ci siamo riusciti. In Europa c’è un ritmo ed un gioco diverso. C’è una intensità, continue verticalizzazioni, giocano quasi a memoria ed è importanti confrontarsi con un calcio che in Italia non si vede. Ma a me è piaciuto molto anche il primo tempo con il Genoa. La chiave è questa, giocare come abbiamo fatto in molte fasi delle ultime partite e continuare così, lavorando per migliorare".

Che partita si aspetta domani?

"Sarà fondamentale avere il controllo della gara. Non sono differenti i big match da quelli con le cosidette piccole. Bisogna avere la gestione della partita e la giusta pazienza come abbiamo fatto con lo Swansea”.

Chi giocherà al posto di Higuian? Potrebbe esserci anche Duvan?

"Duvan è un uomo che deve giocare spesso per esigenze di struttura fisica. Avendo avanti Higuain non è facile, questo è il suo problema, la costanza di gioco che non può avere. Duvan è giovane, ha futuro, ma gli manca il ritmo della competizione. Pandev è più abituato e pronto. Anche Callejon può giocare d’attacco. In alcuni tipi di partite ho bisogno di calciatori che mi diano garanzie immediate".

C'è rammarico per i tanti punti persi al San Paolo?

"Chiaramente tutti siamo un po' colpevoli, perdere tanti punti in casa significa che siamo ancora una squadra che ha bisogno di crescere in mentalità e gestione delle partite. Quando lo facciamo bene i risultati si sono visti".

E a che punto è la crescita del suo Napoli?

"Siamo all’inizio di un ciclo, siamo in una fase di sviluppo di un progetto. Io credo che si cominci a vedere la differenza con l’inizio. La squadra sta guadagnando personalità e crea tanto in attacco. Chiaramente stiamo giocando ogni tre giorni praticamente dall’inizio dell’anno. Non è facile allenarsi, ma se acquisiamo anche in partita gli elementi giusti sono certo che la stagione finirà in crescendo".

Squadra esplosiva in attacco ma meno sicura in difesa. Da cosa dipende?

"E’ una questione di tempo ed anche di caratteristiche dei giocatori. Non possiamo aspettarci da Higuain, Callejon, Insigne, Mertens, Pandev o Hamsik che facciano una continua fase difensiva. Loro sono bravissimi in attacco e danno tanta qualità. Per la fase difensiva perciò dobbiamo cercare un equilibrio che permetta ai nostri attaccanti di potersi esprimere. Il punto di forza di questa rosa è l’attacco. Il mio lavoro è quello di dare solidità ed equilibrio alla squadra. E sono certo che possiamo farlo”.

Giocare ogni tre giorni può essere uno svantaggio per il campionato?

"Questa stagione non è stata facile per gli infortuni che abbiamo avuto. Ho detto già che la squadra dopo gennaio è più forte, possiamo contare su più uomini. Preferisco avere problemi di giocare tante partite anzichè stare a casa a guardare la tv il giovedì".

A che punto è il recupero di  Zuniga?

"Camilo sta lavorando tanto, ha tanta voglia di tornare in campo ed aiutare la squadra, ma il ginocchio gli dà ancora un po’ fastidio. Vedremo come andranno le cose continuando con la tabella di recupero”.

Benitez poi sottolinea la nuova filosofia azzurra:

"Stiamo dando un messaggio nuovo di una Società che cresce, che ha giocatori di qualità che vogliono fare un calcio offensivo. Il modulo c’entra poco. Se dobbiamo difenderci ci difendiamo. Ma noi dobbiamo acquisire una identità, dobbiamo avere un’idea di gioco, poi magari possiamo cambiare tattica a partita in corsa, ma ciò che conta è avere una nostra fisionomia di squadra".

Argomento arbitrale, sollevato più volte in settimana in Italia:

"Io credo che non dobbiamo parlare troppo degli arbitri. Posso chiedere ad ogni allenatore di Serie A se ricorda episodi contrari, lui mi dirà: sì sono tanti. Ognuno ha di che recriminare, ma arbitrare è difficilissimo. Dobbiamo lasciare tranquilli gli arbitri perché danno il massimo, lavorano, studiano, cercano di curare i particolari. Poi in campo sbagliano come sbagliamo tutti noi, siamo umani".

Domani 800 panchine in carriera. Quale partita ricorda con più piacere?

Beh credo la finale della Champions League vinta con il Liverpool sul Milan ad Istanbul. Non solo per la vittoria, ma per come è venuta. Perdevamo 3-0 ed i nostri tifosi continuavano a cantare ed aiutare la squadra. Alla fine abbiamo rimontato e vinto. Per me sarà per sempre la finale della Champions più emozionante della storia”.

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