Juventus-Napoli, ci siamo: città in febbrile attesa per la partita dell'anno
Manca poco al calcio d'inizio di una delle partite più importanti della stagione. Il Napoli schiererà la squadra titolare. Messaggi da Maradona, dal sindaco di New York Bill De Blasio, dalla tifoseria del Celtic: nella festa, tutti con gli azzurri
Il giorno di Juventus-Napoli è una soleggiata domenica di febbraio. Una partita diversa dalle altre, quella in programma stasera a Torino, vissuta in una Napoli che naturalmente non può essere quella di tutti i giorni. Non è soltanto calcio, non è soltanto un gioco. La città intera è in fermento, come la folla all'aeroporto di Capodichino nella serata di ieri – alla partenza della squadra per la trasferta – dimostrava.
Evocato come divinità protettrice, anche il santo patrono azzurro, Diego Armando Maradona da Dubai, si è mostrato. In diversi video apparsi in rete canta con la famiglia di Pepe Reina, altro idolo in fieri, "Un giorno all'improvviso". È l'ennesimo segnale di quanto sia importante quello che sta accadendo. Lontano dall'Italia, si schierano con gli azzurri anche i tifosi del Celtic, e persino il sindaco di New York Bill De Blasio non si è tirato indietro di fronte ad un "Forza Napoli sempre".
Sono i momenti in cui si fa la storia: pieni di partecipazione, di incertezza, di rimandi ad indelebili trascorsi più o meno lontani. Che nella Napoli calcistica, se si parla di vittorie, sono legati a filo doppio soprattutto con quegli ultimi anni '80 di marca argentina.
E se di somiglianze e differenze con qualla realtà sportiva se ne è parlato anche troppo ("Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male", diceva Eduardo), in pochi hanno messo in evidenza probabilmente l'aspetto che più accomuna i due estremi di 30 anni di Napoli: la tifoseria. Unita, festosa, partecipe ma con la testa sulle spalle come non mai. Comunque andrà – e comunque andrà sarà sempre ancora tutto da vedere – resta una festa vissuta tutti insieme, come poche altre.
