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Inchiesta fatture false, il punto sul coinvolgimento del Napoli: "Non rischia il blocco del mercato"

Fabio Fulgeri, avvocato di De Laurentiis, ha parlato a Radio Punto Nuovo della presunta falsa fattura da 8mila euro per l'acquisto di Emanuele Calaiò nel 2013

Sul coinvolgimento della Ssc Napoli nell'inchiesta fatture false sulla compravendita di calciatori, è intervenuto prima l'ad degli azzurri Andrea Chiavelli, poi l'avvocato di Aurelio De Laurentiis Fabio Fulgeri.

A De Laurentis, in particolare, viene contestato il trasferimento di Emanuele Calaiò dal Siena al Napoli nel gennaio del 2013. Queste le parole in aula di Chiavelli: "Facciamo firmare una dichiarazione di trasparenza, con cui ogni consulente dichiara di non avere alcun rapporto con il calciatore da contrattualizzare. Per il resto, non facciamo i detective".

"La questione è che la contestazione penale fatta al Napoli è di aver utilizzato una fattura emessa dal procuratore Riccardo Calleri, ingaggiato dal Napoli, in realtà questa fattura era stata emessa per Calaiò – spiega l'avvocao di Aurelio De Laurentiis a Radio Punto Nuovo – Tecnicamente, penalmente, il Napoli risponde ad una fattura falsa perché la prestazione è diversa da quella rappresentata in fattura".

"Se la contestazione è che questo meccanismo è stato utilizzato per risparmiare sull’Iva – fa però notare Fulgeri – faccio presente che l’evasione è per una cifra irrisoria, circa 8mila euro, per una società come il Napoli". "Ricordiamoci che si tratta di una finestra di mercato di gennaio, perché serviva Calaiò e venne conferito per questioni sportive, più che amministrative, un agente come Calleri, in grado di definire un accordo".

"Cosa rischia il Napoli? - conclude l'avvocato - L’inchiesta è sicuramente penale, ma non nei confronti di De Laurentiis. In quell’anno il Napoli ha versato 14 milioni d’Iva, se avesse voluto risparmiare 8mila euro è una considerazione che lascio alla riflessione di tutti voi. Il rischio c’è, non siamo nella mente del giudicante, ma non penso che al Napoli verrà chiuso il mercato. Sono piuttosto fiducioso, ma in caso di condanna, non avrà particolari conseguenze. Sono cifre che tutti noi, rispetto alle dichiarazione di una società, può agevolmente dedurre. Il presidente è assolutamente tranquillo, all’epoca gli sequestrarono l’importo, ma è una società che in caso di condanna, può pagare 8 mila euro".

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