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Salvatore Carrozza: combatto per riconquistare la dignità

25 anni di Chiaiano. Il giovane pugile napoletano, neocampione internazionale Wbf dei pesi welter, si divide tra ring, università e centro sociale: «Da grande mi vedo con i guantoni, però la politica è una mia grande passione. CasaPound? Giusto protestare, certe idee non possono essere accettate»

Pugile, studente universitario e attivista politico. L’identikit di Salvatore Carrozza, giovane boxeur napoletano appena laureatosi campione internazionale Wbf dei pesi welter. A 25 anni la vita di Salvatore è già piena di impegni: «Di tempo per fare tutto ce n’è poco - dice - ma cerco di destreggiarmi come meglio posso tra le mie passioni».

Non poteva chiedere di più al suo primo match titolato da professionista. E’, infatti, subito arrivato il titolo conquistato ai danni del brasiliano Lazaro Santos de Jesus: «Ho impostato bene il match - confessa Salvatore -. Sapevo che l’incontro non era dei più semplici. Lui è campione del Brasile, ma ero molto fiducioso delle mie possibilità». Ed alla fine la vittoria ai punti è stata netta.

Dopo il titolo Wbf un po’ di meritate vacanze in attesa di ritornare sul ring?

«Mi sono preso un periodo di sosta dagli allenamenti, anche perché ho un problemino ad una mano. Al momento vado in palestra solo per fare qualche esercizio e tenermi in forma». 
  
Perché hai deciso di passare al professionismo?

«Ho iniziato a boxare a 14 anni da dilettante, ma dopo nove anni mi è sembrato giusto provare l’avventura tra i pro. Ho preso questa decisione per togliermi qualche soddisfazione dopo tanti sacrifici. Non nego che anche l’aspetto economico abbia influito nella mia scelta, sebbene in Italia le “borse” non siano ricchissime».

Prossime tappe?


«Nel futuro prossimo ci sarà la difesa del titolo, anche se non so ancora precisamente quando».

Oltre alla boxe frequenti anche l’Università. Come va e come mai la scelta di Economia?

«Sono un po’ indietro con gli esami. D’altronde il pugilato mi porta via tanto tempo, soprattutto nei periodi di preparazione agli incontri. Quella di Economia è stata una scelta mirata. Se mai dovesse andare male con la boxe, avrò sempre un’alternativa nel mondo lavorativo grazie ai tanti sbocchi che garantisce la laurea».

L’altra tua grande passione è la politica. Come ti definisci: comunista, sinistrorso o antifascista?


«Sicuramente antifascista. Appartengo alla Sinistra extraparlamentare».

Da dove nasce la tua passione per la politica?

«Da uno stato di insoddisfazione della realtà in cui vivo. L’inesistenza delle istituzioni, soprattutto in periferia, si tocca con mano. Credo però che se non mi fossi interessato alla politica, sarebbe stata lei ad interessarsi di me. Insomma, è stato un percorso fisiologico».

Hai manifestato contro CasaPound


«Sì, non in maniera eccessiva perché ero molto impegnato negli allenamenti. Ma sono sempre stato  vicino ai compagni che in quei giorni sono scesi in piazza».

Cosa imputate ai ragazzi di CasaPound?

«La Costituzione dice che il fascismo deve essere ripudiato. Non si può parlare ancora di queste cose al mondo d’oggi. Questi tipi di espressione politica devono essere combattuti. Loro fanno parte dell’estrema destra intollerante e basano le loro idee sul razzismo».

Tu militi nel centro sociale Insorgencia, che, così come CasaPound, è stato occupato  abusivamente. Cos’è allora che vi rende diversi oltre ovviamente all’idea politica?


«Ci siamo insediati nel centro sociale ben cinque anni fa.  Abbiamo creato un laboratorio di informatica, una libreria ed ora stiamo attrezzando una palestra, ridando al quartiere una struttura che era in totale abbandono. Ora viene utilizzata da chiunque in maniera efficiente. Quanto fatto finora è molto importante, considerato che i quartieri di periferia versano spesso in situazioni disastrate».

Il rapporto tra le istituzioni e Insorgencia?


«Ci sono fazioni politiche che ci danno una mano ed altre che invece cercano di spingere per cacciarci via. Molto probabilmente però riusciremo a breve ad avere l’assegnazione della struttura».

Ti sei attivato anche per protestare contro la discarica di Chiaiano. Lì però è andata male


«Sicuramente in termini materiali abbiamo perso perché la discarica è stata aperta. Però non si può parlare di sconfitta, dato che attorno alla discarica s’è creata una grossa comunità resistente che si riunisce quasi ogni sera. La lotta è ancora viva. Questa è la stessa comunità che fino a qualche tempo fa non si interessava del sociale e che invece ora cerca di mobilitarsi anche per altre questioni, come accaduto per il depuratore di Cuma. Stiamo cercando di riprenderci una dignità che prima non c’era».

Hai un folto seguito di compagni politici che assistono ai tuoi match. Ti hanno preso ad esempio?


«Per me è bellissimo essere seguito da loro. Durante l’incontro con Lazaro Santos ce ne erano molti, ma ancora di più ce ne erano nei centri sociali sparsi in tutt’Italia in cui è stato proiettato il match. Stiamo cercando di capitalizzare il mio risultato sportivo per creare una palestra popolare nel quartiere e cercare di dare ai ragazzi un’alternativa alla strada».

Diventerai presto maestro di boxe nella palestra di Insurgencia?


«Sì, il progetto che a breve dovrebbe essere attuato mi vedrà essere maestro per chi si avvicina alla boxe. Ovviamente chiunque verrà in palestra non dovrà sborsare nemmeno un centesimo».

Salvatore Carrozza nel suo futuro come si vede: pugile, attivista di sinistra, politico, economista?


«Mi vedo pugile e se potrò usare la mia immagine, anche mediaticamente, per ottenere qualche risultato in politica sarà ancora meglio».

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