rotate-mobile
Sport

Ducati Monster 1200, l'evoluzione del mito

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NapoliToday

Dopo ventidue anni di leggendaria carriera, l'icona delle naked sportive si rinnova. La Ducati Monster è cambiata profondamente per continuare a conquistare i cuori degli appassionati e vincere le sfide di una concorrenza sempre più agguerrita. Ridisegnare e riempire di tecnologia quello che nell'immaginario collettivo è un qualcosa che va oltre il semplice concetto di motocicletta, sono compiti ardui. A Borgo Panigale, però, hanno saputo farlo, senza rinnegare quel fil rouge che avvolge ogni Monster sin dal 1992: la sportività al servizio della bellezza e del piacere di guida. Grazie alla concessionaria Twins Manzo di Napoli, abbiamo avuto modo di provare la versione base della Monster 1200. Esteticamente la creatura bolognese conferma lo stile tipico del brand Monster, coniugandolo in chiave moderna e muscolosa. Risaltano il grande serbatoio in acciaio e il tortuoso scarico che avvolge il motore sul lato destro, mentre la coda è ridotta quasi ai minimi termini. Il reparto ciclistico è composto da una forcella a steli rovesciati della Kayaba di ben 43 mm completamente regolabile ed un mono Sachs, regolabile nel precarico molla e freno idraulico in estensione. I cerchi sono in lega a dieci razze, e montano pneumatici dalle misure 120/70 e 190/55. A frenare i bollenti spiriti all'anteriore ci pensano due pinze monoblocco M4-32 a quattro pistoncini e dischi da 320 mm e al posteriore un disco da 245 mm, il tutto griffato Brembo. La sella è confortevole e offre la possibilità d'essere regolata in altezza. La dotazione elettronica sfoggia tre "Riding Mode": Sport, Touring e Urban. Si passa dai 135 cavalli del primo livello ai 100 cavalli di quello urbano; con essi cambiano anche le modalità d'intervento dell'Abs e del traction control. In sella la posizione è ok, con gli specchietti a offrire una visuale completa di quello che avviene alle spalle del mostro. In autostrada abbiamo apprezzato, nei limiti di quello che può offrire una naked, la possibilità di viaggiare a velocità codice senza diventare delle bandiere in preda del vento. L'avantreno è ben piantato e basta un piccolo movimento della manopola per effettuare in sicurezza i sorpassi e oltrepassare facilmente i limiti imposti dal codice. Le spaccature e le giunture nel manto stradale non spaventano e non incidono affatto sulla stabilità. Il motore è un vero portento, specie ai medi regimi, dove la coppia sprigionata è semplicemente impressionante. Prima e seconda con il fiato sospeso, terza immensa, quarta, quinta e sesta per entrare nell'iperspazio: è facile sentirsi come il capitano Kirk…..Per saggiare le doti ciclistiche, abbiamo diretto le ruote sulla strada statale 373 che costeggia l'altura della meravigliosa Ravello. Rispetto alle precedenti versioni (Chi vi scrive ha avuto sei mostriciattoli nel suo box) si è perso un pizzico di maneggevolezza, ma rimane sempre una moto rapida e gustosa da guidare nel misto. Il piacere nasce dal perfetto connubio tra motore e avantreno; il primo non si tira mai indietro, il secondo è una garanzia nel mantenere la traiettoria impostata. Ad aiutare molto è il controllo di trazione, utilissimo nel rendere efficaci le manovre anche sui fondi più rovinati. E' questo il suo ideale terreno di caccia, dove regala dosi massicce di adrenalina a chi ha la fortuna di domarla. La frenata presenta una piccola inerzia iniziale; non è subito pronta nella prima escursione della leva. Per essere chiari, la moto frena e lo fa anche alla grande. Manca, però, un pizzico di mordente appena si tira la leva; forse per aiutare nella guida cittadina, laddove una frenata troppo aggressiva andrebbe a compromettere la stabilità. In città la nuova nata desmodromica si trova a suo agio e permette di sfilare rapidi tra una vettura e l'altra. I dossi e le buche non rappresentano un problema irrisolvibile; certo non è una moto da cross, ma le sospensioni digeriscono gran parte di quello che le dissestate strade cittadine nostrane offrono. C'è, però, da pagare un pegno: tutti, dico proprio tutti, sono lì ad ammirarvi mentre guidate cotanta bellezza. Che sia veloce o lento l'andamento, basta un po' di sole e la strumentazione diventa quasi invisibile; il riflesso dei raggi solari costringe alla guida di solo "orecchio". Altro difetto è l'aspetto del cavalletto, con rinforzo in vista; non si poteva progettarne uno ex novo? Che bilancio abbiamo stilato una volta consegnata la moto nelle mani del "Baffo" Antonio Gallo? Positivo! La nuova Monster conquista sia esteticamente sia dinamicamente; la qualità costruttiva ha raggiunto livelli d'eccellenza e la terza generazione continua a emozionare sia gli occhi sia l'anima. I 13.500 euro richiesti sono il giusto prezzo da pagare per portare nel proprio garage lei, la leggenda!

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ducati Monster 1200, l'evoluzione del mito

NapoliToday è in caricamento