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Settebello campione del mondo, Velotto: "Ora Champions e l'Olimpiade"

A NapoliToday il numero 6 della Nazionale campione del mondo racconta i suoi prossimi obiettivi e la gioia della vittoria

Nel Settebello che a Gwangju ha riconquistato il titolo di campione del mondo otto anni dopo la vittoria di Shanghai 2011, non manca la qualificata rappresentanza partenopea. Alessandro Velotto, centrovasca classe 1995 da settembre 2018 alla Pro Recco, racconta i retroscena della spedizione coreana, si proietta già all'anno olimpico e conclude con un messaggio di speranza per i suoi ex compagni del Circolo Canottieri Napoli. 

Quando siete partiti avresti mai immaginato di ritornare dalla Corea con il titolo di campione del mondo?
"Detto sinceramente all'inizio nessuno di noi credeva di poter vincere i mondiali.

Possiamo dire che il vostro percorso è stato un crescendo rossiniano con l'aumento del livello delle prestazioni di partita in partita? "Sicuramente perché abbiamo iniziato nel girone non bene però possiamo dire che quelle partite sono state la chiave per arrivare pronti  mentalmente nelle partite ad eliminazione diretta".

Quali sono i segreti utili a costruire una difesa di ferro che in finale non ha concesso alla Spagna gol ad uomini pari? 
"Non ci sono poi tutti questi grandi segreti. La partita l'abbiamo preparata alla perfezione, eravamo tutti molto carichi per giocare, si è creata un'alchimia strana in questa partita".

Quali parole ha usato Campagna per caricarvi prima del match decisivo?
"Non ha usato parole particolari il mister, ha parlato come sempre e come prepara le partite solitamente. E' stata una routine che si è ripetuta anche in finale".

Quanto muta i vostri programmi aver già conquistato la qualificazione olimpica?
"I nostri programmi sostanzialmente non cambiano perché affronteremo comunque un anno impegnativo con gli Europei a gennaio, la Champions, l'Europa Cup. Ci saranno almeno due- tre tornei importanti con la nazionale e aver centrato la qualificazione per Tokyo già al mondiale ci ha tolto il preolimpico, impegno di un certo peso sia per la tensione che per le aspettative".  

Da un quartiere di periferia fino al tetto del mondo. Quali sono gli ingredienti necessari a realizzare il sogno che tanti giovani pallanuotisti coltivano?
"Sono stato una persona abbastanza fortunata perché ho incontrato nel mio percorso, fin da giovane, persone competenti di pallanuoto ma soprattutto persone che mi hanno voluto bene e mi hanno saputo gestire. Ho vissuto dei momenti di difficoltà come tutti gli adolescenti. Quando ero piccolo, il mio pieno sviluppo è avvenuto a sedici anni, mi vedevo diverso dagli altri che fisicamente erano più forti e giocavano meglio. Ho vissuto un momento di crisi ma grazie ai miei allenatori sono riuscito a superarlo e questa è stata la spinta per realizzarmi". 

Dopo il titolo iridato possiamo affermare che i tuoi prossimi obiettivi siano la Champions League e l'Olimpiade?
"Sì, sicuramente si può affermare che l'anno prossimo la conquista della Champions League e dell'Olimpiade saranno gli obiettivi prioritari. Le Universiadi hanno restituito alla città una Scandone rimessa a nuovo e al passo con gl'impianti più moderni".

Può essere la cornice ideale per uno dei prossimi appuntamenti del Settebello? 
"La Scandone potrebbe essere un impianto che, messo a posto, dà quel tocco in più alle partite di pallanuoto perché gli appassionati a Napoli sono tanti come ha dimostrato l'Universiade con la squadra che era seguitissima. Se dovesse andare a giocare la nazionale lì sicuramente ci sarebbe il pienone",

Nelle vittorie iridate del Settebello, ad eccezione di Shanghai, c'è sempre stata una qualificata rappresentanza partenopea e campana. Stavolta è toccato a te, Dolce e Renzuto Iodice, atleti costretti ad emigrare al Nord per riuscire ad esprimere il meglio del proprio potenziale. Ti sei mai chiesto il perché della difficoltà di affermarsi ad alti livelli qui al Sud  e che spiegazione ti dai?
"Alla fine al Sud ci sono delle scuole di pallanuoto notevoli come il Posillipo e la Canottieri. Noi ci siamo affermati al Sud poi siamo stati costretti ad andare chi in Liguria, chi a Busto Arsizio per causa di forza maggiore perché i circoli stanno vivendo un momento difficile ma sono sempre stati importanti sia per la pallanuoto che per lo sport in generale. Hanno costruito campioni, basti pensare a Rosolino e ai tanti medagliati olimpici e mondiali del canottaggio".

L'attualità ci porta a parlare delle dolorose notizie provenienti dal Circolo Canottieri Napoli. Quale pensiero vuoi rivolgere ai tuoi ex compagni? 
"La Canottieri riduce sistematicamente il budget da qualche anno. Se tiri la corda prima o poi è inevitabile che si spezzi. Il fatto che ci sono dei miei amici lì mi dispiace però loro sapranno riuscire a risolvere questa situazione in maniera intelligente. La grande caratteristica del circolo, a livello di allenatori e dirigenti, è quello di essere costituito da persone intelligenti che sanno come affrontare i problemi". 

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