Fase 2: con la "normalità" torna anche l'inquinamento
I dati di maggio dell'ARPAC non lasciano dubbi: aumento di inquinanti e polveri sottili. A peggiorare la situazione le polveri sahariane portate dal vento dell'Ovest
A partire dall'inizio della cosiddetta “fase due” dell’emergenza Covid-19, nelle città capoluogo della nostra regione sono aumentate le concentrazioni medie giornaliere dei principali inquinanti atmosferici: monossido di azoto (NO), biossido di azoto (NO2) e polveri sottili PM10 e PM2.5, come dimostrano senza lasciare spazio ai dubbi i dati raccolti dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria in dotazione all’Arpac.
Per quanto riguarda in particolare monossido e biossido di azoto, l'aumento generalizzato delle concentrazioni si rileva a partire proprio dal 4 maggio - sottolinea una nota dell'Arpac - quando cioè sono ripartite numerose attività produttive e sono ripresi gli spostamenti dei cittadini.
Durante il lockdown, invece, il monossido di azoto era diminuito a marzo di circa il 50% rispetto ai valori riscontrati nello stesso periodo dei tre anni precedenti, e ad aprile fino dell’80%.
Gli incrementi più significativi di inquinanti sono stati registrati a Napoli, dove è stata utilizzata la stazione di monitoraggio vicino Piazza Garibaldi.
Per quanto riguarda le polveri, a peggiorare la situazione sono state sicuramente le particolari condizioni meteoclimatiche, spiega Arpac, con l'afflusso di polveri sahariane che ha interessato dal 15 al 20 maggio le coste campane ed è stato favorito anche dalla presenza di un significativo vento prevalente da ovest e dai quadranti meridionali.