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Domenica, 28 Aprile 2024
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La moda ai tempi della Bella Epoque, i Grandi Magazzini e il BancoNapoli: la mostra evento

Le testimonianze di un'epoca che continua a far sognare attraverso abiti preziosi e documenti rari, quando Napoli era, come sempre, grande protagonista

I manifesti pubblicitari erano disegnati dai più grandi artisti; le cartoline erano le pressoché uniche finestre attraverso cui vedere il mondo per la maggior parte delle persone; gli abiti, non solo quelli femminili, erano spesso opere di ingegneria, dove gusto estetico, innovazione ed arte di incontravano e hanno lasciato il segno, fino ad oggi. Tutto questo e molto di più è raccolto nel volume "Grandi Magazzini" ed è il filo conduttore di una mostra-evento unica nel suo genere patrocinati dalla Fondazione Banco di Napoli e dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università Luigi Vanvitelli, guidato dal Professor Giulio Sodano, sotto la tutela della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania.

I protagonisti

Curata da Bianca Stranieri, storica dell'Arte, con la collaborazione di Silvana Musella Guida, l'esposizione sarà inaugurata questo venerdì, 6 settembre, alle 16, nella Fondazione Banco di Napoli, in via dei Tribunali e resterà aperta fino al prossimo 14 gennaio. Al taglio del nastro Nadia Barrella e Giuseppe Pardini dell'Università Vanvitelli; Maria Rosaria De Rosa dell'Università Suor Orsola Benincasa; Marcello d’Aponte presidente della Fondazione ILCartastorie; Orazio Abbamonte Presidente Fondazione Banco di Napoli.

La mostra

In partnership con la Fondazione Mondragone, la mostra vedrà in esposizione rari e preziosi abiti, molti dei quali messi a disposizione dall’imprenditore Ugo Cilento della storica Maison Cilento, e da alcuni collezionisti privati.

Il corpus dei documenti proviene da tre importanti archivi: Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Mele e la raccolta del collezionista e studioso Gianmaria Lembo.

«Ho rievocato la fulgida storia del commercio dei generi di moda a Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento - spiega la curatrice Stranieri - attraverso l'attività dei suoi protagonisti, i Mele in testa, ben riassunta dal discorso del sindaco Miraglia alla cerimonia per il cavalierato di Emiddio Mele, che con questi si congratulò per aver dimostrato con i fatti che era possibile trasformare l’economia del Paese, e che tutti, da quel giorno, avrebbero dovuto “far voto” che Napoli diventasse “città del lavoro”. Parole di grande attualità, che faccio mie e che devono essere stimolo per le azioni delle attuali e future generazioni, coscienti del valore di chi di questa città ne ha fatto un'eccellenza».

«L’esposizione è stata realizzata anche con il contributo dell’Emeroteca dell’Archivio Storico del Banco di Napoli ricca di più di 4.000 quotidiani e periodici - sottolinea il Presidente Abbamonte - La Fondazione, rendendosi promotrice dell’iniziativa, ha inteso dare un sostegno ulteriore a una più estesa diffusione di conoscenze intorno a vicende, spesso sottovalutate, di notevole rilevanza, che hanno scandito la storia, anche recente, della città e del Mezzogiorno d’Italia, inscrivendola in percorsi di sviluppo europei ed internazionali».

I giovani

Il progetto coinvolge inoltre i giovani dell’Istituto Nitti e quelli del liceo artistico Filippo Palizzi, che hanno organizzato un’elegante sfilata di moda e un grande concerto di musica classica napoletana in tema con il volume e la mostra, che vengono presentati in anteprima nazionale.

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