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Fabrizio Corona a Napoli: "C'è bisogno di una seconda possibilità per tutti"

Corona racconta i suoi 7 anni dietro le sbarre e dice "il sistema carcerario, soprattutto per i minori, deve cambiare"

"So cosa significa stare in galera. Ci sono stato 7 anni dietro le sbarre": Fabrizio Corona, personaggio televisivo, imprenditore, al centro di una vicenda giudiziaria che lo ha portato in carcere, arriva al Maschio Angioino sotto un vero diluvio. Porta la sua testimonianza all'incontro organizzato da Confesercenti Campania assieme allo studio di avvocati Mgm per presentare il progetto Gioventù sospesa, che punta all'inserimento nel mondo del lavoro dei ragazzi dell'istituto penitenziario di Nisida e di quelli che provengono da situazioni a rischio socio-economico. "È sempre forte il mio legame con la città di Napoli - conferma rispondendo alle domande dei giornalisti - quando Napoli chiama ci sono sempre, soprattutto se si tratta di carcere e di beneficenza. Sono qui per raccontare la mia esperienza, con la speranza che possa essere utile ai giovani". 

"Una seconda possibilità"

"Il sistema carcerario ha bisogno di una riforma radicale, a partire da come viene gestita l’esecuzione della pena, che non deve essere per forza scontata dietro le sbarre perché ci sono altri modi migliori e costruttivi.Soprattutto il carcere minorile, dovrebbe essere una sorta di comunità. Siamo per le porte aperte: è necessario fare del lavoro alternativo la base di un carcere che serva per rieducare e non per punire, come invece avviene. Il problema sono i cavilli che impediscono di accedere alle pene alternative alla detenzione".

Fabrizio_Corona

"Deve cambiare il sistema - ripete Fabrizio Corona - È sbagliato abituare i ragazzi a stare dietro le sbarre, anche se hanno commesso errori gravi. Tutte le persone detenute devono sentire che il carcere è riabilitazione. C'è bisogno di una seconda possibilità per tutti".

Mare Fuori insegna a dare una seconda possibilità 

Corona

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