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Martedì, 23 Aprile 2024
Salute

Lo zucchero di canna fa più male di quello bianco? Risponde la nutrizionista

“Lo zucchero di canna grezzo è dannoso quanto quello bianco se non di più. Per dolcificare è preferibile quello di canna integrale oppure la melassa di barbabietola, i malti o un composto di frutta secca frullata”. L’intervista alla dott.ssa Benedetta Matarese

Lo zucchero crea dipendenza?

“Lo zucchero potrebbe avere effetti peggiori della cocaina, almeno a livello di dipendenza. Secondo il British Journal of Sports Medicine, il consumo di zucchero raffinato indurrebbe effetti sovrapponibili se non addirittura superiori a quelli di altre sostanze che provocano assuefazione. Un’idea della potenza di questa sostanza si ha considerando che persino i ratti di laboratorio resi dipendenti dalla cocaina, se messi di fronte alla scelta tra la sostanza stupefacente e del semplice zucchero, scelgono il secondo. Lo zucchero, infatti, ci lega a sé in modo unico: il sapore dolce non è soggetto a meccanismi di repulsione naturali, come avviene invece con il salato. Non c’è in noi un sistema di sicurezza per impedirci di assumere troppo zucchero. Le persone possono mangiare un intero sacco di biscotti o infinite barre di cioccolato e volerne ancora di più. Questo desiderio impulsivo per lo zucchero raffinato è causato dal rilascio di sostanze definite oppioidi endogeni a livello del sistema nervoso dopo essere stato consumato. Si può andare addirittura in astinenza da zuccheri: quando i livelli di dopamina nel cervello indotti dall’assunzione di zuccheri calano, si possono avere sintomi come il disturbo di iperattività con deficit di attenzione, fino a uno stato simile a quello di persone affette da depressione”.

Quali sono le tipologie di zucchero più comuni?

“Tra gli zuccheri più comuni esiste lo zucchero raffinato di barbabietola, il classico zucchero bianco che per diventare tale viene trattato con latte di calce, anidride carbonica, anidride solforosa e successivamente sbiancato per azione di un derivato del catrame altamente cancerogeno; tutti questi processi eliminano ogni micronutriente e sale minerale presenti nel prodotto iniziale. Un altro zucchero altamente diffuso in commercio è lo zucchero di canna grezzo che non è prodotto dalla barbabietola, bensì dalla canna da zucchero. Anche questo subisce dei processi di lavorazione industriale che lo sbiancano perdendo tutte le sue proprietà nutritive, ma la differenza che lo contraddistingue da quello bianco è che, oltre al saccarosio, vi è una piccola percentuale di melassa (la parte più ricca di nutrienti della canna da zucchero, considerata invece lo scarto nella produzione del dolcificante) che gli fornisce un sapore più caratteristico. Quel colore leggermente ambrato deriva dall’aggiunta di coloranti. È facile intuire quindi che questo zucchero è uguale se non peggiore di quello bianco. Nello zucchero di canna integrale, invece, sono presenti enzimi, vitamine, minerali come potassio, calcio e magnesio poiché non è sottoposto a processi di raffinazione. Il suo colore è più scuro, i granelli sono più grossi e lo zucchero tende anche ad essere più appiccicoso e umido oltre che a sciogliersi molto più lentamente. Inoltre è meno dolce dei due citati precedentemente”.

In quali alimenti si trovano questi tipi di zucchero e come facciamo a sapere quanto ce n’è?

“Questi zuccheri sono presenti ovunque: all’interno delle merendine, nei biscotti, nelle brioches, nei gelati, nei prodotti in scatola, addirittura vengono aggiunti come conservanti anche negli alimenti salati. La loro quantità è apportata nelle etichette alimentari che è importante leggere ogni qual volta vogliamo acquistare un prodotto confezionato”.

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