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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

Malattie cardiovascolari, Trama: “La farmacia dei servizi un contributo essenziale alla prevenzione”

"Progetti come quelli che si svilupperanno nella nostra regione con la farmacia dei servizi e con la diagnostica di prossimità risultano fondamentali per minimizzare il rischio cardiovascolare". Ugo Trama, UOD Politiche del Farmaco e dispositivi Regione Campania, spiega in cosa consiste il progetto

Il colesterolo alto è uno dei principali indicatori dello stato di salute del sistema circolatorio e uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, che causano ogni anno in Italia più di 224.000 decessi (di questi circa 50.000 sono legate al mancato controllo del colesterolo). Un problema che sta riguardando sempre più giovani. Secondo uno studio presentato all’American College of Cardiology, negli ultimi dieci anni gli infarti negli under 40 sono infatti aumentati del 2% l’anno rispetto a quelli registrati negli over 40, e il colesterolo elevato è risultato il fattore di rischio più rilevante per gli attacchi cardiaci ‘precoci’. Conoscere il proprio livello di colesterolo fin da giovani è, quindi, cruciale per valutare il rischio cardiovascolare complessivo e mantenersi in salute a lungo.

Per far fronte a questa emergenza, la Regione Campania è corsa ai ripari con una serie di progetti e iniziative, sia pubbliche che private, rivolte alla prevenzione e la cura per una maggiore tutela della salute dei propri cittadini. "In un tale contesto - ha dichiarato a NapoliToday Ugo Trama, UOD Politiche del Farmaco e dispositivi Regione Campania - diviene prioritario il monitoraggio dei parametri come il colesterolo anche attraverso progetti come quelli che si svilupperanno con la farmacia dei servizi e con la diagnostica di prossimità che i Medici di Medicina Generale metteranno in campo. Maggiori saranno i professionisti della Sanità coinvolti, maggiore sarà la minimizzazione del rischio cardiovascolare".

Dott. Trama, nella Regione Campania circa il 60% dei pazienti non controlla adeguatamente i valori del colesterolo, e circa l’80% della popolazione tra i 18 e i 69 anni non lo ha mai misurato. Perché queste percentuali?

“Sono percentuali su cui riflettere. Sicuramente va fatta un’informazione più appropriata attraverso gli organi specifici, la stampa di settore, la medicina generale e le farmacie, che sono purtroppo il punto di accesso quotidiano per le persone. Va inoltre sviluppata la medicina di prossimità, una rete di collaborazione tra gli studi medici, le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) che presto arriveranno su tutto il territorio regionale, le case di comunità e le farmacie, per fare sì che la diagnostica diventi effettivamente accessibile agli utenti. Forse il vero tema è questo: da un lato la vita frenetica di tutti i giorni, dall’altro la poca accessibilità agli screening, una combinazione che allontana le persone dalla diagnostica, e aumenta la percentuale di pazienti che non si sottopongono ai controlli medici necessari”.

Qual è il ruolo dell’ipercolesterolemia nello sviluppo delle malattie cardiovascolari?

“Un fattore che danneggia moltissimo le persone che non riescono a percepire il loro stato di salute sfavorevole. Trascurare il controllo del colesterolo aggrava condizioni cardiovascolari che possono portare anche a esiti nefasti. Pertanto, è opportuno sensibilizzare sui corretti stili di vita, sulla misurazione del colesterolo e di altri valori che, per quanto banali, diventano fondamentali. In questo modo, lì dove necessario, sarà prescritta una terapia farmacologica e quindi il paziente potrà prendersi cura di sè, evitando esiti di salute sfavorevoli”.

Quanto è importante un’adeguata prevenzione per minimizzare il rischio cardiovascolare? E come farla?

“La prevenzione è fondamentale, ma è una scienza imperfetta. Spesso per paura degli esiti o della patologia, i pazienti non fanno tutti gli screening e le analisi correlate. Bisogna far capire alle persone che gli esami, se fatti in tempo, possono portare a delle cure e quindi ad un esito più favorevole. Oggi grazie al coinvolgimento della medicina generale e della farmacia, il paziente, dopo avere effettuato gli screening, non sarà lasciato solo ma indirizzato verso i luoghi di cura”.

Per il monitoraggio dei parametri come il colesterolo la Regione Campania ha in cantiere un progetto che si svilupperà con la farmacia dei servizi e la diagnostica di prossimità. Di cosa si tratta?

“Il progetto include l'attivazione delle AFT (raggruppamenti di medici di medicina generale incaricati di garantire, per l'intera giornata e per tutti i giorni della settimana, la tutela della salute della popolazione di riferimento), delle farmacie dei servizi (cioè che erogano servizi e prestazioni professionali ai cittadini) insieme a finanziamento che riguarderanno le farmacie rurali, situate nelle zone più disagiate, per una presa in carico più ampia del paziente. L’obiettivo è prendere in carico gli assistiti con esami a distanza, come quelli del colesterolo, ma anche promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione fino alla prenotazione delle visite specialistiche attraverso il CUP che sarà attivo presso tutte le farmacie sempre con un coinvolgimento del medico che deve prescrivere la visita specialistica. Questo sarà possibile solo se le figure professionali del medico e del farmacista comunicheranno costantemente tra loro. Ed è su questo che stiamo lavorando. I progetti sono già sviluppati (ad es. presso l’Asl di Salerno, ed alcune farmacie rurali grazie al contributo di AGENAS), dobbiamo solo portare a sistema questi singoli esperimenti, e far sì che diventino un “modus operandi” unico su tutta la Regione”.

Nella Regione Campania è stato delineato un nuovo modello per la gestione del paziente con ipercolesterolemia. Come è strutturato?

“Oggi esiste una comunicazione tra il primo e il secondo livello di assistenza, tra il medico di medicina generale e il sistema ospedaliero. Sicuramente questo modello avrà sviluppi migliori quando entrerà in rete la scheda di consulto, la teleassistenza, il monitoraggio, che sono i grandi pilastri del PNRR, e che metteranno ancor di più al centro della cura il paziente, insieme a una maggiore comunicazione tra i professionisti in ambito ospedaliero e i medici di medicina generale”.

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