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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

Contaminazioni all’estero, la lista nera dei cibi da evitare

“Utilizzate e bevete solo acqua in bottiglia e bevande sigillate, evitate pesce e carne crudi, assicuratevi che la frutta e la verdura che mangiate siano state lavate con acqua potabile”. Tutti i consigli della dott.ssa Ester Brucci

Quando si parte per un viaggio all’estero, al di là del confine europeo, c’è sempre il rischio di contaminazioni alimentari. La diarrea del viaggiatore, causata da batteri, virus e parassiti, è la più nota. Ma oltre a questa si può andare anche incontro a intossicazioni da frutti di mare, reazioni allergiche, Epatite A, gastroenteriti, ecc. Cosa bisogna fare per evitare questi problemi di salute e non rischiare di rovinarsi la vacanza? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa, biologa nutrizionista, Ester Brucci, che ci ha dato tanti consigli preziosi.

1) Acqua. In moltissimi Paesi del mondo bisogna stare attenti all’acqua che viene servita o ai cubetti di ghiaccio. Lo scarico delle attività agricole, gli impianti di depurazione comunali o i pesticidi contribuiscono alla contaminazione chimica degli ecosistemi acquatici. È importante utilizzare e bere soltanto acqua in bottiglia e bevande sigillate, oppure filtrata o bollita. Bollire l’acqua è riconosciuto come il metodo più sicuro per uccidere eventuali germi come i virus dell’epatite A, amebe e batteri.

2) Piatti a base di pesce. Molluschi e crostacei sono i pesci che solitamente presentano più rischi. Se mangiati crudi, infatti, possono provocare intossicazioni da frutti di mare, reazioni allergiche o altre patologie come la ciguatera, causata dal consumo di pesci predatori che hanno ingerito molluschi ed altri pesci tossici.

3) Latticini. I prodotti crudi e freschi sono un ottimo terreno per la proliferazione di batteri. Meglio orientarsi su latte e derivati pastorizzati, in polvere o conservati in scatola. Se non si è sicuri che il latte che si sta bevendo è pastorizzato, è meglio rinunciarci, in quanto potrebbe presentare batteri come Salmonella, E.coli e Listeria. Di conseguenza attenzione anche ai formaggi.

4) Carne cruda. La cottura è un mezzo semplice e pratico per ridurre la carica microbica nei cibi, comportando la distruzione delle specie soprattutto patogene. I comuni agenti patogeni degli alimenti sono causa di disturbi di differente gravità e qualche volta anche mortali. La cottura, se arriva ad almeno 70°, è un ottimo sistema per ridurre la carica batterica e distruggere gli agenti patogeni. Rinunciare, quindi, alla tartare o alla carne troppo al sangue. La carne cruda o parzialmente cotta è anch’essa ad alto rischio di infezione, in quanto potrebbe contenere germi patogeni. Assicurarsi di ordinare carni ben cotte, specialmente quando la carne viene macinata.

5) Street food. Molte volte i mercatini e i chioschi non offrono sufficienti garanzie dal punto di vista igienico, dunque, è più prudente preferire cibo confezionato. Il cibo, rimanendo per ore magari sotto il sole o a temperature proibitive, potrà sviluppare una grande quantità di batteri. Spesso i processi di preparazione non prevengono la proliferazione di patogeni e lo sviluppo di tossine. I cibi confezionati offrono maggiori garanzie in termini di sicurezza ed igiene rispetto ad alimenti di cui si ignorano la provenienza, la composizione, la preparazione e la conservazione.

6) Frutta e verdura. Ogni alimento va lavato con acqua potabile e sbucciato, per non rischiare il contagio con sostanze tossiche e germi. Prestare attenzione anche agli strumenti utilizzati per tagliarli, è importante che siano puliti. Nel caso delle verdure, è necessario cuocerla bene in maniera da evitare lo sviluppo dei germi patogeni.

7) Uova. Molte pietanze hanno come ingredienti le uova crude o poco cotte. Le uova possono presentare batteri come la salmonella. Il batterio può essere ucciso con la cottura. Ma se l’alimento è cotto per troppo poco tempo o a temperature troppo basse, il focolaio può rimanere attivo. Consumare l’alimento immediatamente dopo la cottura e non lasciarlo mai a temperatura ambiente per oltre due ore.

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