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Domenica, 28 Aprile 2024
Salute

Ogni anno consumiamo 500 grammi di insetti 'nascosti' in alcuni alimenti: "Un'insidia soprattutto per i bambini"

Parla Michele Miraglia Del Giudice, presidente Siaip e professore di Pediatria e Allergologia e Immunologia pediatrica all'università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" di Napoli

Ogni italiano consuma 500 grammi a testa, l'anno, di insetti 'nascosti' in alcuni alimenti - secondo la Fda americana, ci sono fino a 60 frammenti di insetti ogni 100 grammi di cioccolato - e nei cosmetici, in particolare rossetti. Frammenti che possono però rappresentare un rischio per chi è allergico ai crostacei e agli acari della polvere. A lanciare l'allerta - riporta Adnkronos - sono gli specialisti della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip).

"Sono un'insidia soprattutto per i bambini che sviluppano reazioni allergiche, al punto che si sospetta possano essere implicati in casi di anafilassi rimasti senza spiegazione", afferma Michele Miraglia Del Giudice, presidente Siaip e professore di Pediatria e Allergologia e Immunologia pediatrica all'università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" di Napoli. Il consiglio è di controllare sempre le etichette, anche se a volte le farine di cocciniglia, grillo e verme giallo sono indicati solo come coloranti (E120).

Recentemente la Commissione Europea ha autorizzato l'introduzione sul mercato di alimenti contenenti il verme giallo della farina (Tenebrio molitor) e la farina di grillo (Acheta domesticus). "Gli insetti, considerati una promettente fonte alternativa di proteine, sono oggi consentiti nell'alimentazione umana - spiega il prof. Miraglia Del Giudice - ma accade che anche chi non intende consumarli finisca con l'assumerli inavvertitamente. E si stima che ogni italiano ne introduca, attraverso l'alimentazione o l'uso di cosmetici, circa 500 grammi all'anno". 

Sono infatti moltissimi gli alimenti e i prodotti cosmetici presenti sul mercato che contengono ingredienti derivati dagli insetti: "Basti pensare alla cocciniglia, derivato dalla coccinella, indicato sulle etichette come E120, che viene utilizzato come colorante per succhi, yogurt (alla fragola e al mirtillo) e rossetti - evidenzia Cristiana Indolfi, segretaria Siaip e pediatra allergologa all'università Vanvitelli di Napoli - Dati americani sottolineano che una valutazione accurata degli allergeni è cruciale per garantire la sicurezza dei consumatori; ma questi purtroppo non ne sanno nulla". 

Ma quali sono le principali proteine allergeniche negli insetti che possono nuocere a chi è allergico, sia adulti che bambini? "La tropomiosina e l'arginina chinasi, entrambi allergeni noti per la stretta relazione tra artropodi e crostacei, non devono essere consumati dalle persone allergiche ad acari e crostacei perché queste potrebbero manifestare reazione in seguito alla loro assunzione", rimarca Angela Klain, junior member Siaip e Aif in Pediatria all'università Vanvitelli.

"E' importante sottolineare che non tutti i pazienti allergici agli acari della polvere o ai crostacei sono a rischio, ma solo quelli sensibilizzati ai panallergeni cross-reattivi come Der p10 per l'acaro della polvere o Pen a1 per i crostacei, che noi comunemente testiamo presso il nostro ambulatorio nei casi selezionati - conclude il prof. Miraglia Del Giudice - Pertanto, la comprensione delle relazioni tra allergie agli acari della polvere e allergie agli insetti è cruciale. La prevalenza dell'allergia alimentare agli insetti in Europa è scarsamente documentata a causa della mancanza di test diagnostici standardizzati, complicando la conferma della diagnosi. In casi di incertezza tra sensibilizzazione positiva e anamnesi dubbia, si può considerare il test di provocazione orale (Tpo) solo in circostanze molto specifiche. La comprensione dell'allergenicità degli insetti commestibili è ancora un'area di ricerca in evoluzione, con la prospettiva di identificare anafilassi precedentemente considerate senza spiegazioni".

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