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Malattia emorroidaria, cosa mangiare e cosa evitare: i consigli della nutrizionista

“Sono da evitare tutti i cibi a basso contenuto di fibre come i cereali raffinati, gli insaccati, i formaggi stagionati e il cioccolato. Tra i cibi consigliati ci sono, invece, la crusca, i legumi secchi, la frutta fresca e i mirtilli”. L’intervista alla dott.ssa Marianna Tommasone

Solo chi ne soffre conosce il fastidio che si prova. La malattia emorroidaria è la più frequente patologia del canale ano-rettale, e consiste in una dilatazione eccessiva delle vene emorroidali (collocate nella parte finale del canale anale). Queste dilatazioni vascolari possono essere interne o esterne, in entrambi i casi sono molto fastidiose. A soffrirne, oggi, in modo cronico, sono circa tre milioni di italiani, 1/3, invece, ne viene colpito almeno una volta nella vita. Tra i sintomi più frequenti che accompagnano questa patologia ci sono: sanguinamento, dolore durante l’evacuazione, prurito anale, ragadi, perdite muco-sierose, sensazione di fastidio anale. Per quanto riguarda, invece, i fattori che influiscono sull’infiammazione delle emorroidi, non sono ancora ben chiari. Sicuramente c’è una componente ereditaria e costituzionale (debolezza e ridotta elasticità delle pareti venose, problemi circolatori), ma influiscono molto anche una scorretta alimentazione, un cattivo stile di vita e la stitichezza. Altri fattori di rischio posso essere l’eccessiva sedentarietà, la ridotta attività fisica, il sovrappeso o l’obesità, lo stress, il consumo abituale di alcol e, nel caso delle donne, la gravidanza. Per prevenire o limitare l’insorgenza di questa patologia è fondamentale seguire un’alimentazione mirata, inserire alcuni cibi nella propria dieta ed eliminarne altri. Per capire meglio come ci si deve comportare a tavola quando si soffre di emorroidi infiammate, NapoliToday ha intervisto la dott.ssa, biologa nutrizionista, Marianna Tommasone.

Dott.ssa ci può spiegare cos’è la malattia emorroidaria e con quali sintomi si manifesta?

“La malattia emorroidaria è un fastidioso disagio che interessa la zona ano-rettale, zona in cui i vasi emorroidari si dilatano eccessivamente fino allo sfiancamento, cioè all’indebolimento e alla perdita di elasticità con conseguente prolasso delle emorroidi nel canale anale. Si è soliti affermare impropriamente di “avere le emorroidi”, quando, in realtà, questi cuscinetti di tessuto vascolare sono fisiologicamente localizzati nella parte terminale del retto: svolgono un importante ruolo nel mantenimento della continenza fecale e fungono da protezione dello sfintere anale durante il passaggio delle feci. In condizioni normali non ci si accorge della presenza di questi cuscinetti, ma in particolari circostanze le emorroidi possono gonfiarsi determinando la comparsa dei segni e sintomi tipici di questa patologia: dolore, prurito, sensazione di fastidio, gonfiore, ragadi, incontinenza fecale, sanguinamento durante e dopo la defecazione, secrezioni muco-sierose”.

Ci sono soggetti più a rischio?

Studi epidemiologici hanno rilevato una maggiore incidenza della malattia emorroidaria nei soggetti tra i 45 e 65 anni. Le donne sembrerebbero essere particolarmente suscettibili in alcune condizioni fisiologiche, come nel ciclo mestruale, in gravidanza e in menopausa, a causa della variazione dei livelli ormonali”. Quali fattori possono predisporre alla comparsa della patologia? “Tra i fattori scatenanti la malattia emorroidaria un ruolo preminente viene svolto senza dubbio dalla stipsi, che, a sua volta, può essere legata all'adozione di abitudini alimentari e di uno stile di vita sbagliati: dieta povera di acqua e fibre, sedentarietà. Anche la familiarità rientra tra i possibili fattori predisponenti. Inoltre, esistono alcuni sport, come il ciclismo, l'equitazione e il body building che, in virtù delle continue sollecitazioni esercitate sulla zona ano-rettale, possono essere collegate all'insorgenza della malattia”.

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