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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica Via Giuseppe Verdi

Striscione contro de Magistris a via Verdi, il Pd si spacca. Fucito: "Da rimuovere subito"

L'iniziativa di Valeria Valente e Aniello Esposito ha suscitato reazioni contrastanti anche all'interno dello stesso gruppo consiliare democratico

Ha scatenato una vera e propria bufera politica lo striscione esposto all'esterno dei balconi del gruppo consiliare Pd in via Verdi, sede del consiglio comunale di Napoli. Un "Salviamo Napoli: de Magistris a casa!" che ha innanzitutto diviso gli stessi democratici: mentre l'ex consigliere comunale Salvatore Guerriero aveva minacciato addirittura di lasciare il partito se lo striscione – idea di Valeria Valente e Aniello Esposito – non fosse stato affisso, il capogruppo Arienzo, Alessia Quaglietta e Salvatore Madonna si sono immediatamente dissociati.

Striscione sui balconi del Pd contro de Magistris

"Il palazzo delle istituzioni deve rimanere fuori da ogni propaganda politica, è la casa dei cittadini e va rispettata” avevano dichiarato, bollando l'esposizione dello striscione come "iniziativa personale contraria a quanto deciso dalla maggioranza del gruppo”. Una decisione che però poco dopo un altro consigliere comunale (de La Città), David Lebro, ha invece sottolineato come presa collegialmente: “Ero presente anch'io, quale invitato, alla riunione appositamente convocata dal gruppo per decidere questa iniziativa e, nonostante qualcuno di essi avesse mostrato delle perplessità, nessuno ha manifestato una palese contrarietà”.

A mettere la parola fine alla vicenda probabilmente sarà però il presidente del Consiglio comunale di Napoli, Alessandro Fucito, che insieme ai due vicepresidenti Fulvio Frezza e Salvatore Guangi, ha inviato a tutti i presidenti del gruppi consiliari una nota. L'invito è quello "di adoperarsi per la rimozione ad horas di uno striscione ancora affisso sui balconi assegnati a due consiglieri del gruppo Pd pur essendosi conclusa da ore la conferenza stampa promossa dallo stesso gruppo". Nella nota si sottolinea anche che la sede del Consiglio comunale ospita "per definizione sensibilità politiche diverse e talvolta contrapposte, che le facciate del palazzo non possono ospitare striscioni recanti messaggi politici di parte e che, laddove sono state utilizzate per questo tipo di comunicazione, ciò è avvenuto soltanto in occasione di messaggi unanimemente condivisi".

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