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Spiagge in concessione, in Regione slitta ancora l'approvazione del (contestatissimo) tetto

Al momento al 68,1%, per il Puad varato da Palazzo Santa Lucia non potranno andare oltre il 70%

Slitta ancora l'approvazione in Consiglio regionale del Puad, Piano di utilizzo delle aree demaniali. Varato dalla giunta regionale nel dicembre dell'anno scorso, verrà adesso ridiscusso a settembre, ufficialmente per “condividerlo con le associazioni di categoria”.

Cosa stabilisce e qual è la criticità

Il provvedimento fissa al 30% la percentuale minima di spiagge libere. Poco, pochissimo per – tra gli altri – Mare Libero e Legambiente, oltre che per diversi giuristi. Secondo una stima di Legambiente contenuta nel Rapporto spiagge presentato recentemente, in Campania il 68,1% delle coste è dato in concessione (tra stabilimenti balneari, campeggi e altro). Si tratta di una tra le percentuali più alte del Paese, che però nei limiti del Puad non viene limitata ma anzi ritoccata al rialzo.

Il suo iter e perché ora è fermo

Varato dalla giunta regionale il 20 dicembre del 2022, è stato approvato, dopo lungo dibattito e dopo aver ascoltato associazioni di categoria e comitati, lo scorso 31 luglio dalla commissione competente del Consiglio regionale. Doveva essere discusso e approvato ieri dall'assemblea, ma qualcosa è andato storto. Il presidente Gennaro Oliviero ha spiegato che l'assessore all'Urbanistica Discepolo gli aveva comunicato della necessità di condividere il tutto “con le associazioni di categoria”. E quindi via di nuovo in commissione, se ne riparlerà a settembre.

Dai banchi dell'opposizione l'interpretazione è che la norma così com'è non convinca tutti in maggioranza, e che stia slittando perché allo stato attuale rischia di non passare.

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