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Consiglio regionale, la richiesta al Governo: "Anticipare elezioni ai primi di settembre"

La maggioranza con una risoluzione si mostra compatta sulla linea del presidente della Giunta Vincenzo De Luca. Duro il vicepresidente Bonavitacola: "Finestra elettorale dalla metà di settembre vera follia, accordicchio a Roma"

Il Consiglio regionale della Campania ha approvato a maggioranza una risoluzione per chiedere al Governo di fissare alla prima domenica di settembre le prossime elezioni regionali.

Anticiparle quindi, sulla falsariga di quanto già sottolineato dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, ovvero evitare la sovrapposizione delle consultazioni con l'inizio dell'anno scolastico.

Nel presentare la proposta, il capogruppo del Pd Mario Casillo ha sottolineato che "la Regione Campania vuole dare una risposta chiara e concreta alle famiglie e al mondo della scuola garantendo che le operazioni di voto si svolgano prima della riapertura dell'anno scolastico e affinché l'anno scolastico possa procedere senza interruzioni".

Opposto il parere del capogruppo del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino. "Si tratta - spiega la prossima candidata pentastellata a Palazzo Santa Lucia - di un'iniziativa pretestuosa che è portata avanti da De Luca per capitalizzare il consenso elettorale ottenuto cavalcando la paura dell'emergenza Covid". Così invece il consigliere di Fratelli d'Italia Luciano Passariello, che ha invitato il capogruppo Pd "a ritirare la sua proposta anche perché la gente aspetta altro da questo Consiglio e dalla politica perché, alla fine del mese di giugno, arriverà la vera pandemia: i licenziamenti, i fallimenti, la povertà".

Nel dibattito è intervenuto anche il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola. Per il numero 2 di De Luca "a Roma è stato fatto un accordicchio per mercanteggiare sulla salute e sull'apertura dell'anno scolastico. La competenza per fissare la data delle elezioni è regionale, avevamo previsto uno svolgimento ordinato e rispettoso delle norme anti Covid per votare alla fine di luglio e riaprire le scuole dal primo settembre, poi in Parlamento, con un emendamento, hanno aperto una finestra elettorale dalla metà di settembre. Una vera follia che non tiene conto nemmeno delle indicazioni del Comitato tecnico-scientifico e di fronte al quale il comportamento del Ministro della Pubblica Istruzione è censurabile".

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