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Inchiesta De Luca, il governatore sapeva: dal Nazareno critiche sulla gestione del caso Mastursi

Dal Pd nessuna dichiarazione ufficiale a proposito della bufera che ha coinvolto la Regione Campania, ma emergono malumori dello staff di Matteo Renzi soprattutto per come Vincenzo De Luca ha gestito tempi e modi delle dimissioni del proprio braccio destro

Sulla vicenda Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania sotto inchiesta, dal Nazareno non arrivano dichiarazioni ufficiali. Imprecisate "fonti Pd", esprimere fiducia "totale" nei magistrati e auspicano "massimo garantismo" verso gli indagati. Trapela però anche un Matteo Renzi decisamente contrariato.

Lo staff del Presidente del Consiglio – che pure considera De Luca al riparo da problemi reali, visto che con Manna non ha avuto contatti – non sarebbe per nulla convinto del modo in cui il numero uno di Palazzo Santa Lucia avrebbe fin qui gestito la vicenda: in particolare pare sia stato apprezzato poco il negare le vere ragioni delle dimissioni di Nello Mastursi (braccio destro di De Luca), e la tempistica delle stesse.

IL CASO MASTURSI - De Luca sapeva dell'inchiesta, almeno dal 29 ottobre, data in cui ha scritto al procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone per farsi interrogare così da offrire "un chiarimento della sua posizione e della sua completa estraneità rispetto ai fatti per cui si procede". Nello Mastursi si era addirittura visto perquisire casa e ufficio fin dal 19 ottobre, data in cui gli venne anche sequestrato il cellulare. Le dimissioni però arrivano soltanto la sera del 6 novembre. Vengono accolte e rese ufficiali addirittura dopo tre giorni, lunedì 9 novembre. Nel pomeriggio, poi, la nota stampa di Palazzo Santa Lucia che si è rivelata un clamoroso boomerang: quella in cui le dimissioni dell'ex capo della segreteria politica Nello Mastursi vengono addebitate alla "impossibilità di coprire contemporaneamente il ruolo di responsabile politico dell’organizzazione del Pd regionale, a fronte di un impegno sempre più rilevante in vista delle prossime Amministrative, e un ruolo istituzionale del tutto assorbente per il carico di lavoro e i ritmi di attività impressi dalla nuova amministrazione in tutte le politiche di settore".

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