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Ultimatum Maroni su Terzigno, i commenti dal mondo politico

Ferrero del Prc: "Quelle di Maroni minacce inconcepibili, degne di un capo tribù anziché di un ministro". L'eurodeputato IdV De Magistris: "Il ministro utilizza il manganello per coprire il fallimento del piano del governo in materia di rifiuti"

Giungono i primi commenti sulla dura presa di posizione del ministro dell'interno Roberto Maroni che si è detto pronto all'uso della forza per rispondere alle violenze di Terzigno. "Quelle di Roberto Maroni sono minacce inconcepibili, degne di un capo tribù anziché di un ministro. È del tutto evidente che a Terzigno la situazione non si può affrontare e risolvere dal punto di vista dell'ordine pubblico e della repressione - ha fatto sapere il segretario nazionale del Prc/Federazione della sinistra, Paolo Ferrero - a meno di non voler dichiarare guerra a una comunità che difende il proprio diritto a vivere in salute e in sicurezza”.

“A meno che non siano Maroni e il governo a cercare esiti più drammatici - ha concluso il leader del Prc - non c'è altra soluzione che ritirare le forze di polizia per riportare la situazione alla normalità e rifare tutto il piano”.

Luigi de Magistris, eurodeputato IdV e responsabile giustizia del partito, ha così commentato: “Il ministro Maroni utilizza il manganello per coprire il fallimento del piano del governo in materia di rifiuti in Campania. Pur essendo doverosa la condanna della violenza contro le forze dell'ordine, l'esecutivo non può ridurre un problema politico e ambientale in esclusivo problema di ordine pubblico, minacciando il pugno di ferro come fa il ministro Maroni. Soprattutto dopo aver tentato di diffondere a livello nazionale la falsa idea che l'emergenza dell'immondizia fosse stata risolta. Il governo pensi ad incontrare i comitati dei cittadini, che propongono misure alternative per rispondere alla crisi: raccolta differenziata, trattamento meccanico a freddo, impianti di compostaggio per umido, abbattimento produzione di scarti. Perché su questi temi Bertolaso&co non sprecano una parola, preferendo la deroga alle norme (nazionali e comunitarie) per costruire termovalorizzatori e nuove discariche su cui speculano cricche e camorra?".

Dichiarazioni sono giunte anche da Nello Di Nardo, capogruppo Idv in Commissione Ambiente al Senato. “Le parole di Maroni segnano la distanza tra la politica del centrodestra e le necessità dei cittadini: parlare del ricorso alla forza è prospettare uno Stato di polizia, quando invece il Governo dovrebbe impegnare le risorse per salvaguardare il diritto delle persone a vivere in un ambiente sano e pulito. Va bene cercare di isolare i violenti, ed è sbagliato aggredire le forze dell'ordine a cui va la solidarietà dell'Italia dei Valori. Siamo un Paese democratico e una maggioranza responsabile - sostiene Di Nardo - non dovrebbe reprimere con la violenza o esasperare con false promesse le proteste dei cittadini: ha invece il dovere di ascoltarle e soddisfarle. Ricorrere alle minacce è la dichiarazione di resa di chi è incapace di gestire le tensioni sociali, dopo averle peraltro direttamente causate attraverso slogan presto smascherati e scelte sbagliate che hanno aggravato il problema".

"Il termovalorizzatore - osserva il senatore dell' Idv - funziona a singhiozzo, le discariche straripano di rifiuti e ci sono gravissimi ritardi da parte del Governo nei piani per la promozione della differenziata. Ma la confusione di questa maggioranza sempre più disorganizzata - conclude Di Nardo - è ormai innegabile: Bertolaso ha ammesso che comprende le proteste e Maroni minaccia il ricorso alla forza. Si mettano d'accordo e decidano, se riescono, cosa bisogna fare nell'interesse dei cittadini".

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