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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Nucleare in Campania, Caldoro frena: "La regione non è idonea"

Il pensiero del governatore: "La valutazione spetta ai tecnici, ma il territorio non è fra quelli che si prestano di più. Si tratta comunque di una scelta mondiale ed europea da prendere insieme senza strumentalizzazioni"

La tragedia che ha colpito il Giappone fa certamente pensare. E il governatore Stefano Caldoro risponde così sull'opportunità di aprire all'energia atomica anche in Campania. "La valutazione spetta ai tecnici, ma il territorio non è fra quelli che si prestano di più. La preoccupazione del mondo deve guardare innanzitutto alla salute e alla sicurezza dei cittadini. Su questo non c'è da discutere. La scelta del nucleare è una scelta mondiale ed europea".

Tra gli ultimi atti promossi dalla precedente giunta, quella di Bassolino, c'era stata la norma - contenuta nella finanziaria regionale - che vietava le installazioni nucleari sul territorio campano. Poi la Corte Costituzionale aveva bocciato la disposizione ritenendola in contrasto con la competenza esclusiva dello Stato in materia ambientale e di sicurezza. Intanto i dirigenti dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e Carlo Ceparano si dicono pronti a opporsi fisicamente alla costruzione di una centrale in Campania.

Secondo Caldoro la situazione va analizzata senza preconcetti. Due i punti fermi: da un lato la necessità di fare i conti con una realtà che vede impianti nucleari già funzionanti a poca distanza dall'Italia, dall'altra le caratteristiche del territorio campano che non è idoneo ad installazioni di questo tipo.

"Noi abbiamo le centrali sulle Alpi, le avremo nel bacino del Mediterraneo. Ci sono in Francia e ci saranno probabilmente in Albania. Le avremo a cento chilometri da noi e come si è visto, il mare non ti difende. Compriamo energia nucleare da questi Paesi. In più non abbiamo la sicurezza perché non controlliamo le centrali che si trovano in altri Paesi". Per il governatore "appare evidente che la Campania, un'area vulcanica, sismica, a rischio idrogeologico, non è quella che si presta di più. Ma ripeto, si tratta di una scelta mondiale ed europea, da prendere tutti insieme senza strumentalizzazioni".

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