Migranti impegnati nei lavori socialmente utili, de Magistris favorevole

"Se la proposta è: usiamo i lavori socialmente utili, attraverso una retribuzione a compensazione anche dei costi dell'accoglienza, e la finalità è integrare e far sentire protagonisti i migranti mi sembra che vada in una direzione civile e democratica. A Napoli siamo già in questa direzione. Stiamo lavorando, di intesa con la Prefettura, per utilizzare sempre di più gli abitanti della nostra città, e tra questi i rifugiati che si trovano nel nostro territorio, per attività di interesse per la città come la pulizia, il decoro, servizi di custodia insieme al personale stabilmente destinato". Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha commentato, ai microfoni dell'Adnkronos, la proposta del prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione del Ministero dell'Interno, di coinvolgere i migranti nei lavori socialmente utili.

"Sinora - ha proseguito il primo cittadino partenopeo - un certo pensiero unico, anche molto improntato su politiche  liberiste e a tratti razzista, ha interpretato il povero, l'immigrato, come uno scarto sociale, un peso economico. Per un sindaco quando arrivano ondate di immigrati è un problema da gestire, la strada politica più semplice sarebbe dire che si è lasciati soli, che non si hanno abbastanza soldi, ma a Napoli e in altri comuni del Sud si sta lavorando in controtendenza rispetto ad altri sindaci che pensano a respingimenti, ad alzare muri e barriere". 
Per l'accoglienza "vanno rivendicate risorse verso un Governo sordo", secondo il quale però i migranti sono "una grande opportunità e contribuiscono in diversi settori al rafforzamento del Pil. Possiamo pensare a un'integrazione fondata su lavori socialmente utili di poveri e immigrati".

Sui possibili rischi di polemiche, nelle stesse comunità, legate all'idea di Morcone di meccanismi premiali e di una retribuzione che potrebbe essere ridotta per recuperare i costi dell’accoglienza, de Magistris ha aggiunto: "Noi cerchiamo di evitare sempre una guerra tra poveri, la proposta va verso tutte le fasce deboli. A Napoli quello che stiamo sperimentando è destinato a migranti, ma anche a detenuti in affidamento per il reinserimento nella società e ai cittadini napoletani che si trovano in difficoltà. Far lavorare in modo dignitoso i migranti e non tenerli parcheggiati, dandogli acqua e cibo, li fa sentire protagonisti di una comunità e sono convinto che così vengono integrati e percepiti come tali".