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Michele Emiliano ad Afragola: "L'Italia ha bisogno del Sud". L'intervista

Il sindaco di Bari parla di meridionalismo e meritocrazia alla manifestazione dei Giovani democratici. A chi dice di sognarlo alla presidenza del Consiglio risponde con una battuta: "Dipende dallo stipendio"

«L'Italia ha bisogno del Sud». Lo ha detto ieri Michele Emiliano a margine della manifestazione dei Giovani democratici di Afragola alla quale è intervenuto. In una lunga intervista concessa in esclusiva a NapoliToday, il sindaco di Bari si è lasciato andare a risposte ai numerosi meridionalisti che inondano il web, nonché le redazioni dei quotidiani e in particolare della Gazzetta del Mezzogiorno (il cui direttore, Lino Patruno, è un meridionalista), che lo indicano come il probabile leader di un futuro movimento meridionalista di massa, ironizzando anche sulla sua impressionante somiglianza con Ferdinando II di Borbone.

Michele Emiliano dichiara senza mezzi termini che aver fatto l'unità d'Italia ha significato uccidere un milione tra napolitani, cioè abitanti della parte continentale del Regno delle Due Sicilie, e siciliani. Ma aggiunge che entrambi i suoi nonni hanno partecipato a guerre per conto dello stato italiano: «Ora che facciamo, diciamo che ci siamo sbagliati?».

«La cosa buffa è che oggi chi impugna il tricolore siamo noi» prosegue, con riferimento ai meridionali ma, probabilmente, anche al centro-sinistra. Un centro-sinistra che, comunque, vede nel Partito democratico anche numerosi ex democristiani. Mentre parlavamo, del resto, venivamo interrotti da Gennaro Espero: «Io sono stato sindaco di questa città». «E ora è amministrata dalla destra?» ribatte Michele Emiliano. «Purtroppo sì» replica Espero. Vecchio leader della Dc cittadina. «Bisogna evitare che le istanze meridionaliste favoriscano la secessione, che è il vero progetto che [altri] hanno in mente. La secessione non è necessariamente formale. Significa costruire una parte del paese di serie A e una di serie B, con quella di serie B che è solo un mercato di quella di serie A».

Il Sud un mercato di sbocco delle merci prodotte al Nord, come nelle tesi sostenute tra gli altri da Pino Aprile e Lorenzo del Boca e, andando a ritroso del tempo, Luigi Einaudi e Francesco Saverio Nitti. Gli chiediamo se non è già così: di padanismo parlava Guido Dorso già nel 1920. «In buona parte è stato così. Ma bisogna dare atto che lo stato italiano ha investito risorse rilevanti per risolvere la questione meridionale. Governi democristiani (lo ripete due volte e poi si corregge, ndr), perfino governi democristiani hanno investito per superare questa dualità». Durante il dialogo Emiliano si complimenta più volte con i Giovani democratici afragolesi, circa 160 tesserati tra i 14 e i 29 anni, su poco meno di 800 iscritti complessivi al Pd. «Qui vedo che voglia di menar le mani ce n'è. In altre città d'Italia no».

E conclude: «È così un po' in tutto il Sud. È il Sud il cuore dell'Italia. Avere giocatori senza cuore significa perdere le partite. L'Italia ha bisogno del Sud». «Merito è un'altra parola chiave per il Sud», conclude mentre un giovane democratico gli domanda dell'ultimo scandalo che vede il coinvolgimento dell'imprenditore Gianpaolo Tarantini: «Mi vergogno di appartenere al Partito democratico per quello che è stato fatto a Massafra». Su chi lo vede come futuro premier ironizza: «Dipende dallo stipendio. Se mi conviene rimango a fare il sindaco di Bari».

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