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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

I cinque anni targati Chiosi: "È un bilancio in chiaroscuro"

Intervista al Presidente della Prima Municipalità. "Le Circoscrizioni non sono morte e le Municipalità non sono ancora nate, siamo in un limbo". Sulla possibilità di ricandidarsi: "Ancora tanti i progetti in sospeso"

Chiaia, Posillipo e San Ferdinando, questi i tre quartieri che compongono la prima Municipalità. Nessuna modifica, dal punto di vista della fisionomia territoriale nel passaggio dalle vecchie Circoscrizioni alle nuove Municipalità. Una zona fortemente eterogenea: diversa è infatti la composizione sociale del quartiere. C’è Posillipo, prestigiosa zona residenziale per antonomasia con il borgo del “Casale”, Chiaia zona chic della città e San Ferdinando con il complicato dedalo di vicoli che compone i Quartieri Spagnoli e il Pallonetto. Quando fu eletto nel 2006 alla presidenza della prima Municipalità, Fabio Chiosi fu l’unico Presidente del centrodestra. Alle spalle l’esperienza di Presidente della stessa Circoscrizione, dal 2001 al 2006.

Presidente, qual è il bilancio di questi 5 anni di amministrazione anche alla luce della nuova riforma che ha sostituito le vecchie Circoscrizioni con le Municipalità?

Credo sia un bilancio in chiaroscuro. Non posso dire che sia tutto negativo perché una riforma rispetto a prima c’è stata e delle novità sono state introdotte. Ad esempio la nascita di servizi che afferiscono direttamente alle Municipalità, la gestione di alcuni prodotti chiamati in questo modo tecnicamente dalle delibere della riforma. È un bilancio in chiaroscuro, però, perché il problema vero è che un’amministrazione senza un bilancio vero e proprio non è un’amministrazione con la A maiuscola. Noi subiamo un piano economico di gestione da parte del Comune, cioè ci vengono trasferite delle somme, alcune addirittura immodificabili, e in quelle somme ci dobbiamo muovere tra mille difficoltà. Invece di trasferircele ad inizio anno arrivano a luglio-agosto, quindi possiamo cominciare a spendere a settembre-ottobre. Non abbiamo un nostro servizio autonomo di ragioneria, le delibere di spesa devono necessariamente passare per il consiglio con tutta una macchina burocratica che si deve mettere in moto e di fatto delegittima l’esistenza della giunta che doveva essere un po’ la novità di questa riforma del decentramento; nell’articolo 52 del regolamento ha un ruolo esecutivo. Però nei fatti non è così. Si tratta di una riforma a metà: le Circoscrizioni non sono morte e le Municipalità non sono ancora nate. Siamo in una sorta di limbo. Quando invece ci siamo ritrovati a gestire qualcosa di serio come la refezione scolastica, l’alluvione del 2001 come Circoscrizione, la manutenzione delle strade secondarie nonostante le gare di appalto col 40% di ribasso, delle risposte le abbiamo date. Quindi perché non si mette il piede sull’acceleratore e si completa questa riforma? Sento dire che c’è una volontà di eliminare le giunte: potrebbe essere un’idea ma io penso che le giunte dovrebbero essere potenziate e lavorare per diventare l’organo di gestione della municipalità, politica e amministrativa.

C’è qualche “incompiuta” o qualcosa che si rammarica di non aver realizzato?

Il mercatino di Sant’Anna di palazzo. È vero che non è una competenza nostra, però è una cosa che mi fa impazzire. Si tratta di un mercatino costruito dall’Amministrazione Comunale, un progetto da ormai 8 anni abbandonato all’interno dai Quartieri Spagnoli. È vandalizzato, occupato da un solo ambulante abusivo. Non riesco a farlo chiudere e a farlo riconvertire. È un cruccio che mi porto avanti da anni, ma purtroppo c’è una resistenza fortissima da parte dell’Amministrazione.

La sua Municipalità è cruciale per l’intera città. Molti sono i cantieri aperti, che nel giro di qualche anno cambieranno il volto all’intera area. Dopo i disagi patiti, quali saranno i benefici?

I disagi più pesanti sono relativi ai cantieri della metropolitana. Di maggior impatto quelli della linea 6 che comporterà un miglioramento sulla mobilità, ma non così sensibile perche abbiamo il problema della mancanza di parcheggi. Certo, il garage Morelli offre un po’ di respiro, ma non basta perché abbiamo un gap di venti anni rispetto ad altre realtà italiane. Il piano urbano parcheggi, che prevedeva il divieto di costruirne interrati nel centro cittadino perché ritenuti attrattori di traffico è stato per noi una iattura. Il parcheggio è necessario allo sviluppo, alla vivibilità, elimina la sosta di superficie e i parcheggiatori abusivi, dà posti di lavoro, risana il sottosuolo. Insomma, ci sono parecchi aspetti positivi. Una volta ultimati i cantieri la mobilità dunque migliorerà, ma rimarrà il problema dei posti auto.

L’inchiesta sui falsi ciechi, partita peraltro da una sua denuncia, ha portato all’arresto di un Consigliere di questa Municipalità (Alajo, ndr) e del direttore Sacco scoprendo il coperchio ad una pentola di malaffare. L’opposizione politica ha chiesto le sue dimissioni ma, fatto più grave, lei ha subìto minacce. A distanza di alcuni mesi ha acquisito la giusta serenità o costituisce ancora un problema? Secondo lei il contesto di emergenza sociale del Pallonetto ne ha facilitato la diffusione?

La vicenda dei falsi invalidi è stata sicuramente una vicenda brutta e dolorosa anche da un punto di vista personale. Non tanto per il consigliere, il quale eletto nelle fila di Forza Italia si è subito dichiarato ‘indipendente’. Ma il direttore era il mio interfaccia amministrativo. Si è trattato di un tradimento personale. Ma lo Stato è riuscito a reagire con un grandissimo lavoro dei carabinieri, e io li ho ringraziate pubblicamente. La Municipalità è riuscita a fare pulizia dal proprio interno, senza coprire gli illeciti e chiedendo aiuto alla Procura e alle forze dell’Ordine. Detto questo, noi abbiamo scritto al Ministro Tremonti: secondo una legge del 2009 quando lo Stato riesce a recuperare delle somme per truffe subite, una parte può essere utilizzata per opere sociali. E visto che grosse cifre i falsi invalidi le stanno restituendo, vogliamo investire queste somme proprio nel Pallonetto per l’illuminazione, i percorsi pedonali, l’abbattimento delle opere abusive. Vogliamo costruire un asilo, un centro per anziani, un’idea di sviluppo del quartiere che possa cercare di diminuire le differenze con altre aree e per dare al tempo stesso un segnale forte di recupero della legalità.

Rispetto all’annoso problema rifiuti, una maggiore delega alle nuove Municipalità, nell’organizzazione e gestione della raccolta differenziata, non potrebbe costituire una svolta radicale per uscire da questa assurda situazione?


Assolutamente sì. Noi avevamo individuato anche un’area da destinare all’isola ecologica per tutto il quartiere. Ritengo che le Municipalità siano in grado di realizzare un progetto vero di differenziata, la raccolta ‘porta a porta’. Ovviamente decentrando poteri, e con le risorse necessarie, si potrebbe imprimere la svolta. Noi abbiamo delle idee. La Municipalità fa la carta d’identità elettronica. Bene, noi avevamo lanciato un'idea: grazie alla card elettronica, il cittadino che va a conferire una certa quantità di materiale differenziato può ottenere dei punti e pagare meno Tarsu. In questo modo si invoglierebbe il cittadino a fare la differenziata. Le idee non mancano. Ma sarebbe anche una sfida per chi amministra. In questo modo si responsabilizza la classe dirigente. Noi assumiamo un onere: se lo sappiamo fare bene, raccoglieremo i frutti. In caso contrario, ci assumeremo la responsabilità di aver fallito.

Che voto darebbe al suo operato e quello dei suoi Assessori?

Non darei io il voto, quello lo devono dare i cittadini.

Ha intenzione di ricandidarsi come Presidente?


Abbiamo tanti progetti ancora in sospeso, tante cose da realizzare. In questi anni abbiamo dovuto affrontare delle difficoltà, tante le porte in faccia ricevute perché eravamo l’unica Municipalità di colore politico diverso. Mi farebbe piacere fare il presidente di Municipalità con un’amministrazione dello stesso colore politico.





Abbiamo interpellato due consiglieri della Municipalità I, uno di maggioranza e uno di opposizione, per un giudizio sintetico sull’operato del Presidente Fabio Chiosi. I due Consiglieri sono Ugo Maria Chirico, capogruppo di FLI per la maggioranza, e Francesco Esposito ex verdi ora nel gruppo misto per l’opposizione.

La domanda per entrambi è la seguente: Come giudica l'operato del Presidente Fabio Chiosi nell'arco di questi 5 anni?

Ugo Maria Chirico (FLI): Un buon lavoro nel complesso poiché le deleghe alle municipalità non sono state affidate e dunque ha lavorato molto sulle proposte. Giudizio negativo per il suo rapporto con la giunta che non ha inteso modificare in questi cinque anni, nonostante i rilievi critici mossi ad alcuni suoi collaboratori. Avrebbe potuto contrastare maggiormente Palazzo San Giacomo, ma è stato lasciato spesso solo dai partiti. Troppo chiuso nel suo ufficio, sebbene sempre pronto a dare una risposta, sia verbale che cartacea. Merita di crescere e dunque credo sia venuto il momento che si candidi al consiglio comunale. L'inchiesta sui falsi invalidi lo ha visto in prima fila contro i disonesti, mostrando coraggio nel presentare la denuncia che ha dato il via all'indagine.

Francesco Esposito (Gruppo Misto): Operato deludente. Due gli aspetti che contribuiscono ad esprimere un giudizio negativo: Chiosi non ha mai favorito una reale partecipazione da parte della cittadinanza alla vita politica della Municipalità, ritagliando anzi un eccessivo protagonismo alla presidenza mortificando l’azione politica del Consiglio. Un limite grave se si considera che il presupposto del decentramento è per l'appunto la partecipazione senza la quale le municipalità non hanno ragione di esistere. Inoltre, dal punto di vista politico-amministrativo non è cambiato molto in questi 5 anni: non c’è stato un solo progetto realizzato dalla maggioranza, pertanto nessuno si è accorto che esistesse un governo Chiosi. Ciò che ho apprezzato del suo operato è stata invece la sua capacità di gestione dei lavori consiliari e la sua abilità di tenere unita la coalizione che lo sostiene nonostante le gravi crisi della municipalità, su tutte l’inchiesta sui falsi invalidi. Un'inchiesta che si è abbattuta sul centrodestra di Chiaia, Posillipo, San Ferdinando e che ha portato all’arresto del più votato consigliere del Pdl che con le sue 1.900 preferenze era stato determinante per la vittoria di Chiosi.

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