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Indice efficienza comuni italiani, Napoli al 50esimo posto

I risultati dello studio elaborati dall'Osservatorio sui Conti Pubblici italiani dell'Università Cattolica di Milano, diretto da Carlo Cottarelli

L'Osservatorio sui Conti Pubblici italiani dell'Università Cattolica di Milano, diretto da Carlo Cottarelli, ha costruito un indice che misura l’efficienza dei comuni italiani per quantità di servizi offerti e spesa sostenuta sulla base delle informazioni raccolte da SOSE spa, una società partecipata dal Ministero delle Finanze (MEF) e da Banca d’Italia, nell’ambito dei lavori sui fabbisogni standard dei comuni.

I risultati elaborati dall’Osservatorio si riferiscono ai 52 comuni capoluogo di provincia delle regioni a statuto ordinario con una popolazione sopra agli 80 mila abitanti.

Metodologia

La classifica utilizza un indicatore di efficienza basato sul confronto tra un indicatore di spesa e un indicatore di offerta di servizi. L’indicatore di spesa ci dice di quanto la spesa di un comune differisce dalla spesa “standard” (o fabbisogno standard) che un comune con certe caratteristiche dovrebbe avere. L’osservazione di una spesa superiore allo standard non indica necessariamente una inefficienza. La spesa potrebbe essere maggiore dello standard perché il comune offre una maggiore quantità di servizi. È per questo che, per misurare il grado di efficienza, occorre confrontare se un eccesso della spesa rispetto allo standard può essere spiegato dall’indicatore di offerta, che invece misura quanto la quantità offerta di servizi differisce dalla media.

Questo confronto, tra indicatore di spesa e indicatore di offerta, viene effettuato per sei funzioni svolte dai comuni: la viabilità ed il territorio, l’istruzione pubblica (inclusi gli asili nido), le funzioni generali di amministrazione e controllo (es. gestione del personale comunale), le funzioni di polizia locale, i servizi inerenti al settore sociale a carico dei comuni (es. strutture residenziali di ricovero per anziani) e lo smaltimento rifiuti.

Risultati

Il comune in vetta alla classifica, Pisa, risulta primo perché con una spesa non molto di poco superiore allo standard, riesce a offrire servizi in quantità molto superiore alla media per una città di quelle dimensioni. Seguono Parma, Padova e Piacenza che registrano una simile composizione di punteggio: una spesa standard molto vicina rispetto a quella storica e un punteggio in termini di quantità di servizi offerti piuttosto alta.

A metà classifica troviamo quei comuni che registrano un indicatore di efficienza prossimo allo zero, ovvero quelle città per cui uno scostamento della spesa viene compensato da uno scostamento di pari entità nella quantità dei servizi offerti. Fanno parte di questa categoria comuni come Milano, Novara, Andria e Roma. La composizione dei punteggi, però, raccontano storie differenti. Mentre i due capoluoghi lombardi offrono un livello dei servizi decisamente più alto rispetto agli altri (circa il venti per cento maggiore rispetto alla media), ma a costi un po’ più elevati, Roma tende ad offrire un livello di servizi decisamente più basso, ma caratterizzato da costi più bassi.

A chiudere la classifica troviamo Foggia, che registra un indicatore di spesa tutto sommato in linea con la media, ma accompagnato da un livello di servizi di circa il 70 per cento inferiore agli altri comuni simili per fascia di popolazione. Anche Brindisi, altro capoluogo pugliese, occupa una posizione bassa nella classifica, con un livello di spesa complessivo del 30 per cento più alto dello standard (del 50 per cento più alto per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti e quasi doppio per quanto riguarda la spesa per il settore sociale). Napoli, terzultimo in classifica, registra una spesa leggermente superiore allo standard, ma è caratterizzato dal secondo livello dei servizi più basso tra tutti.

A livello regionale si piazzano bene le regioni del Nord: spicca tra tutte l’Emilia-Romagna per il numero consistente di comuni presenti nella parte alla della classifica. Fanno bene anche Veneto, Toscana (eccezion fatta per Grosseto) e Lombardia. Sono 4 su 5 i comuni pugliesi inclusi nel campione a dominare la parte più bassa. Posizioni basse in classifica sono occupate anche dai comuni campani e calabri, con Catanzaro e Reggio Calabria rispettivamente al 42 e al 46esimo posto.

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