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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Il Presidente Napolitano a New York: "La mia Napoli sotto le bombe"

Intervista pubblica alla New York University. Tra i ricordi di Napolitano i bombardamenti alleati nella sua città alla fine del 1942 e le lunghe notti passate nei rifugi sotterranei. "Era il caos, l'apocalisse"

"Non è accaduto proprio ieri ma ricordo ancora molto bene i pesanti bombardamenti alleati che scossero Napoli alla fine del 1942 e poi nei mesi successivi. Non dimenticherò mai le lunghe notti passate nei rifugi sotterranei vicino a casa mia". Queste le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell'intervista pubblica alla New York University che lo ha avuto quale ospite d'onore alle letture annuali.

All'arrivo Napolitano è stato accolto da un lungo e caloroso applauso. Il Capo dello stato ha raccontato che il 25 luglio del '43, all'età di 18 anni, era impegnato come studente di Legge nel movimento antifascista e fra i suoi compagni di studi c'era il regista Franco Rosi.

"A ottobre del '42 capii che l'Italia doveva perdere la guerra per avere un nuovo inizio. Sotto le bombe, ha aggiunto, i napoletani non ce l'avevano con gli Alleati, dicevano 'e' colpa di Mussolini. Dopo l'8 settembre ricordo il caos, l'apocalisse. Quando arrivavano i bombardamenti a Napoli ci nascondevamo nei rifugi. Tutta la città lo faceva, aristocratici e popolo, ricchi e poveri. In quei rifugi constatai che la paura rende tutti uguali". Spazio anche per il ricordo del padre, "un avvocato liberale e di buona famiglia che che durante il fascismo non aveva aderito al regime senza però militare tra gli antifascisti. Sulle prime non approvava le mie scelte politiche. Mia madre era una casalinga cattolica di famiglia piemontese, di cognome Bobbio".

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