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Elezioni regionali 2010

Elezioni: Tonino Amato candidato al Consiglio Regionale

L’On.le Tonino Amato, consigliere regionale uscente del PD, ex consigliere comunale di Napoli, ha ricoperto anche il ruolo di assessore all’Edilizia al Comune di Napoli dal 1997 al 2000. Si candida per il terzo mandato da consigliere regionale

amatoL'On.le Tonino Amato, è consigliere regionale uscente del PD. Ex consigliere comunale di Napoli, ha ricoperto anche il ruolo di assessore all’Edilizia al Comune di Napoli dal 1997 al 2000. Dal 2007 è Questore alle Finanze della Regione Campania. Si candida per il terzo mandato da consigliere regionale, abbiamo colto l’occasione per conoscerlo

Onorevole Antonio Amato, Lei proviene dal mondo del lavoro, come non pensare alle numerose aziende in crisi in Campania: Fiat, FMA ed Alcatel, giusto per citarne qualcuna. Quali sono stati i provvedimenti adottati e quali quelli da adottare per fronteggiarla?
Stiamo assistendo ad una crisi dell’apparato industriale e dell’economia di proporzione mondiale. Sicuramente non c’è una ricetta automatica ed immediata. C’è un aspetto che riguarda i diritti. La concorrenza sleale cinese, basso costo della manodopera. Bisognerebbe iniziare a parlare di globalizzazione dei diritti oltre che di economia.
Sono state messe in piedi molte iniziative, sia da parte della Giunta che del Consiglio in materia di welfare. Penso soprattutto a quelle riguardanti la cassa integrazione e il sostegno al reddito.
I provvedimenti del governo nazionale sono stati insufficienti per l’apparato produttivo campano e del Mezzogiorno.
Prendiamo Termini Imerese: prima si sono illusi gli operai, poi gli sono state voltate le spalle. Adesso per Pomigliano d’Arco si promette la costruzione della nuova Panda. Il nuovo Consiglio Regionale comunque dovrà farsi sentire. Lancio una sfida su questa tematica ai candidati del Popolo delle Libertà.
Il governo è vittima dei condizionamenti da parte della Lega Nord, penso al trasferimento dei fondi FAS, nell’ottica di una politica fortemente antimeridionale. Va detto con lucidità ed onestà: il Mezzogiorno necessita di maggiore attenzione. Purtroppo nei luoghi in cui si decidono le priorità si è  stabilito che la priorità è il settentrione, sicuramente non il meridione. Questi sono nodi che vanno sciolti.
Noi con De Luca vogliamo far sì che la Campania diventi un grande laboratorio per rilancio dell’intero sviluppo del Mezzogiorno: infrastrutture, trasporti, incoraggiare i privati a investire nelle nostre terre. E per fare ciò al primo posto ci deve essere la lotta alla camorra. La camorra costituisce un freno al  nostro sviluppo: in un mio manifesto c’è scritto “contro tutte le camorre”. Anche su questo punto lancio una sfida al PDL, c’è bisogno di unità come avvenne con il terrorismo. E poi i recenti eventi (richiesta d’arresto nei confronti del Sen. Di Girolamo ndr) dimostrano che da parte loro ci vuole maggiore chiarezza.
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Lei in questa consiliatura, dal 2007 per esattezza, ha ricoperto il ruolo di questore alla finanze del Consiglio Regionale. Il suo operato è stato anche apprezzato da suoi avversari, penso a Salvatore Ronghi...
Quando ho assunto il ruolo, ho trovato un ufficio di presidenza predisposto a operare in tal senso, tagliare sprechi e sperperi, a eliminare cioè tutte le cosiddette “brutte abitudini”. Abbiamo cercato di combinare la riduzione della spesa con la qualità della stessa.
Abbiamo provato a migliorare gli aspetti organizzativi del supporto legislativo: trasparenza, competenze agli uffici, perché la politica non deve entrare nella gestione appalti.
Quando ho assunto l’incarico, la Proposta di bilancio superava i 100 milioni per l’attività del Consiglio, oggi è arrivato a 83 milioni.
Tolte le auto blu. Assurdo che la macchina andasse a prendere tutti i giorni i consiglieri a casa: i Consiglieri regionali guadagnano uno stipendio lauto, possono certamente utilizzare l’auto propria e i mezzi pubblici.
Sono state ridotte le spese di rappresentanza, di missione e le consulenze. Complessivamente un abbattimento del 30% - 40%.
Avevo proposto abolizione dell’istituto del comando per le strutture politiche. Se non lo si elimina si rischia di arrivare a 1500 dipendenti. Ai consiglieri deve essere dato un budget per l’utilizzo di personale con contratti esterni. Che abbia la stessa durata del mandato politico.

Emergenza rifiuti, secondo lei è realmente finita come viene detto? Cosa ne pensa della gestione agli enti locali?

I comuni sono stati espropriati delle competenze sulla nettezza urbana. Ciò va contro il principio di sussidiarietà: i proventi derivanti dalla Tarsu andranno alle province e non più al comune che è l’ente più vicino. È una palese contraddizione: prima si vuole il decentramento e poi si accentra alle province.
Certo, l’emergenza acuta è finita, ma ciò non vuol dire che non possa ritornare. Per evitarlo bisogna incrementare la raccolta differenziata e portarla al 30%-40%, ultimare il ciclo industriale dei rifiuti: non c’è bisogno di 4 termovalorizzatori come previsto dal piano del governo; ne bastano due, Salerno e Acerra. Ovviamente c’è bisogno di un controllo rigoroso delle immissioni atmosferiche. Attraverso monitoraggio e controllo; per tutelare la salute dei cittadini che vivono in quelle zone.
Bisogna correggere alcuni provvedimenti nazionali: alcuni con leggi regionali, altri presso la conferenza Stato-Regioni. L’emergenza si elimina se si elimina la cultura dell’emergenza, adesso che non c’è crisi acuta. L’educazione al rispetto dell’ambiente deve partire dalle scuole. Prima ancora che politico,  si tratta di un obiettivo culturale. All’estero il napoletano non butta carte a terra. A Napoli invece sì, perché è indotto a farlo: ne vede altre e le butta a terra.

Legato alla tematica dei rifiuti c’è l’ambiente: il dibattito è aperto sul nucleare e sulla gestione ai privati dell’acqua. Qual è la Sua posizione?
Questi sono due punti chiave del mio programma. L’acqua è un bene pubblico, più di ogni altra cosa. Se non si parte da questo assunto noi tra un po’ l’acqua la pagheremo più del petrolio.
Insieme ad altri colleghi sono stato promotore della creazione di “Campania Acque” Insisterò per farla approvare.
Per quanto riguarda le centrali nucleari: gli esponenti della Lega Nord dicono che sono d’accordo, ma non nelle loro terre. Votare per Caldoro vuol dire dare una mano a questi signori a far costruire centrali nel Mezzogiorno. Il Ministro  Carfagna su questo punto si è riservata di rispondere; evidentemente deve chiedere a Berlusconi. Io non ho bisogno di chiederlo a Bersani per dire che non servono in Campania
Noi con le rinnovabili possiamo essere autosufficienti. della regione, non possiamo esportarla. Già siamo stati martoriati dall’utilizzo scorretto del nostro territorio (abusivismo, discariche illegali, rifiuti tossici). Noi ci siamo prendesi i fischi per aver scelto siti meno appropriati per localizzare termovalorizzatori e cdr. Le centrali nucleari si inserirebbero in questo quadro, al danno si unirebbe la beffa. Si può ancora provare a convincerli a non farle, facciamole in Padania,  a casa di Bossi.

Altra tematica di scontro col centrodestra riguarda la Sanità. Quali sono stati gli errori? 
Ci sono stati degli errori, ma c’è di fondo anche un’enorme ingiustizia nella distribuzione delle risorse.
Per effetto di una norma assurda, noi risultiamo una Regione giovane, per questo motivo i trasferimenti statali procapite in materia di sanità sono nettamente inferiori rispetto alle altre regioni: Piemonte, Lombardia. Se avessimo le stesse risorse potremmo risanare tutti i debiti.

Divisioni in entrambi gli schieramenti: dimissioni, poi ritirate di Cosentino; fermento a sinistra dopo la candidatura Vincenzo De Luca nel Pd. Quali le sue analisi?
Noi siamo il partito delle primarie: con questo metodo abbiamo eletto prima Veltroni segretario, poi Bersani. Io ho votato Franceschini, ma ha vinto Bersani e adesso è lui il mio segretario.
Abbiamo indetto le primarie, De Luca è stato l’unico candidato. Le regole sono vincolanti per tutti. Non posso giudicare  il candidato dal carattere. Devo giudicarlo da ciò che ha fatto e può fare per la Campania: è l’unico che può farci vincere. La gente riconosce in lui un amministratore serio, caparbio, rigoroso.
Quando la burocrazia del suo comune non ha funzionato ha cacciato i dirigenti buttandoli fuori. Qualcun altro qua (in Regione ndr) non l’ha fatto. Ciò non vuol dire buttare a mare la storia degli altri.
Dobbiamo partire dal riconoscere gli errori commessi. Noi siamo gente seria che vuole capire dove si è sbagliato per non sbagliare più. Dobbiamo altresì valorizzare le cose buone fatte.
Abbiamo messo in campo una classe dirigente giovane e innovativa per aprire una nuova stagione. Competenze e risorse umane. Elementi che non mancano. Dall’altra parte non c’è questo.
Caldoro è una brava persona, è stato Ministro della Repubblica, ma non ha fatto niente per il Mezzogiorno e la Campania. C’è bisogno di unità più che in altre campagne elettorali, unità sia del PD che della coalizione per sconfiggere Cosentino, non Caldoro. Il sottosegretario è il vero manovratore.
I casalesi sono alleati con certa politica. Non voglio infierire sulle vicende personali di Cosentino, ma c’è una questione politica per il PDL e l’opportunità quindi, di puntare su soggetti che siano al di sopra di ogni sospetto. Non possiamo permetterci di consegnare la Campania ai casalesi.

In conclusione: la sua campagna elettorale come si sta svolgendo? Quali sono le sue sensazioni?
Sto girando molto sui territori. Voglio ringraziare i miei collaboratori per l’apporto che mi stanno dando. Sto portando avanti una campagna elettorale parlando con gli amministratori e con i cittadini. Bisogna parlare ma soprattutto ascoltare, perché ascoltando si ricevono gli stimoli e gli spunti per migliorare.
Le mie sensazioni? Positive: incontro tanta gente di sinistra che non è andata a votare alle scorse elezioni e che andrà a votare perché c’è De Luca; elettori dell’UDC propensi a votare De Luca anche con il voto disgiunto. Non ne possono più di Berlusconi, di questa politica di: una velina che nel giro di un anno diventa ministro, consigliere provinciale o deputato.
Mi chiedo: per quale motivo la gente dovrebbe riversare ancora su Casini il voto d’opinione? Gli elettori dell’Udc sono gente seria, perbene:  o voteranno De Luca e ce ne sono molti, d’altronde come fanno ad allearsi con Cosentino in Campania dopo averlo sfiduciato alla Camera?
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