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Elezioni comunali 2011

De Magistris: "Candidarmi, una scelta di sentimento". L'intervista

L'ex pm: "Napoli questa volta ha la possibilità di scegliere per il cambiamento votandomi. Non ho mai fatto accordi politici di compromesso, ma sempre battaglie di indipendenza e di autonomia"

"La candidatura a sindaco di Napoli è un tema che non mi interessa". Questa la risposta che Luigi de Magistris diede circa un anno fa in un’intervista a NapoliToday. Oggi l’ex pm di Catanzaro ed attualmente eurodeputato dell’Idv, è in piena corsa per la poltrona di Palazzo San Giacomo. Non teme assolutamente che la sua candidatura, ‘di rottura’ rispetto al resto del centro-sinistra possa avvantaggiare il candidato del centrodestra, l’industriale Gianni Lettieri. “Anzi - sostiene l’ex pm- la possibilità è che vinco io al primo turno” Una candidatura, la sua, che “non era in programma”, motivo per il quale non ha preso parte alle primarie mai ratificate del PD. “Dopo il pantano ho cercato di lavorare per l’unità, ma non è stato possibile”.

Onorevole de Magistris, nel maggio 2010 dichiarava che la poltrona di Sindaco di Napoli non la interessava. Le chiedo: cosa è cambiato in un anno?

Ho avuto grandi sollecitazioni per essere candidato già come presidente della Regione. Poi ci fu un grande evento, forse uno dei più belli degli ultimi anni con Nichi Vendola alla Città della Scienza. Nel corso di quell’evento Nichi disse: ‘De Magistris sarebbe la candidatura ideale per Napoli’. All’epoca non era in programma quest’avventura affascinante tant’è che contribuito sia in estate che in autunno per cercare una candidatura unitaria. Fui proprio io il primo a lanciare il nome di Raffaele Cantone, ad esempio. Poi ci sono state le primarie alle quali non ho partecipato perché, ripeto, non c’era nessuna intenzione di fare questo. Dopo aver tentato inutilmente di convincere Cantone e quanto ha detto parte del PD su quello che è accaduto con le primarie, dal cuore è scattata la molla: è stata una scelta di sentimento per la mia città. Ho deciso di candidarmi e sono contento. A questo va aggiunta una cosa: se ci fosse stato un calcolo opportunistico di Luigi de Magistris a diventare sindaco di Napoli, avrei cominciato la mia campagna elettorale un anno fa, quando mi lanciò Vendola. Invece oggi è più difficile, ma è più bello e la vittoria sarà ancora più affascinante.

Mi permetta di insistere: forse partecipando alle primarie, la sua candidatura sarebbe stata ancora più forte…


Non è che io sia contrario alle primarie. Le considero uno strumento utile se fa crescere la democrazia partecipativa e se avvicina la cittadinanza alla politica. Cosa che in parte è avvenuta a Napoli, in un senso buono, perché 44mila persone sono andate a votare, la stragrande maggioranza in perfetta buonafede. Sono un segno di vitalità. Ma non c’è dubbio che le primarie del centrosinistra a Napoli sono state viste anche come un regolamento di conti all’interno di apparati del Partito Democratico napoletano. Le primarie sono uno strumento serio, ma Luigi de Magistris non era in campo, non c’era proprio la possibilità.

Capitolo liste: in queste settimane si è parlato di ‘liste pulite’ e di presenze ‘discutibili’ in alcune liste, in particolare a sostegno di Lettieri. Le liste che invece che la sostengono da chi sono formate?


Chiosando un attimo la sua premessa: Lettieri non si può tirare indietro per Nonno, De Simone ed altri, perché lui sapeva perfettamente che sarebbero stati candidati. Basta vedere anche rispetto alla campagna mediatica: Marco Nonno è uno dei principali pilastri della campagna elettorale di Lettieri. Per quanto riguarda noi, sono molto contento delle liste che hanno messo in campo i partiti che mi sostengono. Italia dei Valori e Federazione della Sinistra ovviamente si sono assunti loro la responsabilità politica di comporre le liste. L’altro giorno abbiamo presentato la lista di IDV, stesso dicasi per quella di Federazione della Sinistra che ha come capolista una donna avvocato che io stimo molto (l’Avv. Elena Coccia ndr). Così come sono orgoglioso di aver presentato una lista civica‘Napoli è tua’, realizzata in venti giorni e nella quale ha trovato spazio la cittadinanza attiva che ha deciso non solo di partecipare a questa campagna elettorale, ma anche di metterci la faccia, candidandosi, e di contribuire alla vittoria. È molto bello perché ci sono espressioni di diverse componenti della società civile: professori, intellettuali, imprenditori, medici, presidi, operai, studenti, centri sociali.. In poche parole. la ricchezza di questa città. In venti giorni siamo riusciti a trovare 48 candidati al comune e 20 candidati per ogni Municipalità, quindi circa 250 persone. È un grande motivo d’orgoglio per la mia città. Significa che Napoli è una città viva.

Le chiedo una Sua analisi rispetto a questi anni di amministrazioni di centrosinistra, di ‘bassolinismo’.


Il giudizio di questi ultimi 15 anni si potrebbe sintetizzare così: molte ombre e poche luci. Il declino del centrosinistra in Campania è cominciato secondo me alla fine degli anni’90 con la stagione dell’emergenza, soprattutto l’emergenza ambientale, ma anche la gestione dei fondi europei, per le emergenze, dei fondi pubblici Si è consolidato un consociativismo trasversale di cui Bassolino è stato uno dei principali autori e corresponsabile. Quello che salvo è la prima stagione 'bassoliniana’, quella del ’92, durante la quale furono fatte delle cose anche buone per la nostra città. Ed il giudizio è molto negativo anche per il Comune: ci consegnano una città disastrata a partire dalle buche, Napoli sembra una groviera; la spazzatura, ho consigliato a Lettieri e Morcone di regalare a Berlusconi e Bassolino un sacchetto di spazzatura, invece delle colombe. Perché io credo che i principali responsabili di questo scempio morale e politico, probabilmente anche con responsabilità di carattere penale siano ascrivibili in metà misura a Bassolino in quanto commissario per l’emergenza ambientale, e a Berlusconi il quale nel 2008 ci disse che in pochi giorni Napoli sarebbe stata ripulita; e quindi anche ovviamente Caldoro e Cesaro che hanno responsabilità molto precise.

Passiamo quindi ai programmi: quali le sue priorità?


Bisogna ripartire veramente daccapo con politiche dei beni comuni, del trasporto pubblico, per la cultura, le politiche sociali.Ma anche politiche industriali e di sviluppo economico che a Napoli non ci sono più da anni: penso a Bagnoli, sono stati capaci soltanto di fare ‘Bagnolifutura S.p.a.’ e fare Città della Scienza. Non c’è la bonifica, il mare non appartiene più ai cittadino, non c’è la spiaggia. E ancora, non è stata rilanciata la piccola e media impresa, il terziario. A Napoli Est si pensa di fare l’inceneritore, mentre noi vogliamo fare un grande polo d’eccellenza, di ricerca e di energie rinnovabili, e utilizzare magari anche la zona franca e la defiscalizzazione. Insomma dobbiamo far ripartire Napoli, metterla in movimento. E bisogna farla uscire da questo blocco di oligopolio politico-economico che ha rallentato Napoli e fatto crescere il potere dei soliti noti, che in questi 15 anni, dal ‘98 hanno gestito politica ed economia.

Lo ha accennato lei stesso il tema del termovalorizzatore nell’area Est. Molti sostengono sia inevitabile e necessario. Basti pensare che a Brescia e a Milano, l’inceneritore è in centro città. Qual è la sua posizione a riguardo?

È una tesi rispetto alla quale io sono contrario. Credo nella raccolta differenziata ‘porta a porta’, su tutto il territorio cittadino. Mi sono preso l’impegno nei primi mesi di estenderla al 66% del territorio, e poi non fare gli inceneritori ma realizzare gli impianti di compostaggio e cominciare il trattamento manuale a freddo, dividere l’umido dal secco, iniziare una grande politica culturale ed ambientale per il risparmio, il riuso, il riciclaggio dei materiali. Sono politiche economiche ed ambientali totalmente diverse. L’inceneritore è una soluzione, ma è una soluzione che io non condivido, in quanto vecchia e pericolosa. Gli impianti che lei ha citato sono sicuramente tra i migliori. Io sono stato a Brescia, ho visitato l’impianto, ho verificato la situazione intorno all’inceneritore e c’è un aumento molto significativo di malattie legate proprio alla presenza del termovalorizzatore. Noi siamo per politiche ambientali che finalmente realizzino una svolta. Sia per i rifiuti che per le energie rinnovabili. Io penso ad esempio all’energia solare e al fotovoltaico, che noi renderemo man mano obbligatorio in tutti gli edifici pubblici, a cominciare dalle scuole, dal Comune. E a ridurre la spesa pubblica. Questo vale sia per la differenziata più il compostaggio, che fa abbattere i costi; sia all’energia solare e il fotovoltaico, che ci farebbe risparmiare un sacco di soldi di gasolio. Basta vedere che col cambiamento climatico noi abbiamo ancora oggi a Napoli, ‘città del sole’ per antonomasia, fino al 31 marzo gli edifici pubblici hanno i riscaldamenti accesi, e la gente sta con finestre e balconi aperti: milioni di euro che ogni anno si buttano in questo modo. E anche in questo c’è bisogno di una rivoluzione delle politiche ambientali ed energetiche.

Ha parlato delle numerose ombre delle amministrazioni di questi anni , ma qualche luce c’è?


Le luci faccio veramente fatica a trovarle, e non perché sto in campagna elettorale. Il giudizio è veramente fallimentare. Basta vedere il ‘quadretto’emerso dalle intercettazioni telefoniche nell’ambito dell’inchiesta sul ‘Global Service’, il modo in cui gli assessori, definiti poi ‘sfrantummati’ dalla Jervolino, si rapportavano con l’imprenditore Romeo; la mortificazione dei tagli alla cultura, le politiche sociali. E Ancora Bagnoli, che penso sia il caso più eclatante: il Comune e la Regione Campania hanno avuto in questi anni il massimo dei finanziamenti europei che la storia della Comunità Europei abbia mai conosciuto, e sono stati capaci solo fare una s.p.a. e di metterci gli amici del Sindaco dentro. Poi la vicenda rifiuti. Certo non è solo colpa della Jervolino. Le responsabilità, come ho detto prima, sono di Berlusconi, Bertolaso, Cesaro da quando è arrivato, Caldoro da quando è arrivato e poi chiaramente Bassolino negli ultimi 15 anni. La Jervolino ha la responsabilità di non essere stata capace di fare una delibera per ampliare la raccolta differenziata in tutto il territorio cittadino.

Quali sono le sue sensazioni rispetto a questa campagna elettorale?

Una bellissima campagna elettorale. Ho fatto una quindicina di comizi, di tutti i tipi e dovunque: improvvisati su palchetti montati in un’ora, da Cavalleggeri d’Aosta, a Chiaiano, a Piscinola, a Piazza Carlo III, al Vomero, veramente dappertutto. Tra la gente vedo percepire quest’entusiasmo, ed è esattamente quello che io auspicavo sin dall’inizio: cercare di coinvolgere e appassionare questa città, trasformare la depressione in energia positiva. Un’indignazione sociale che diventa mobilitazione. È questa la mia scommessa, non posso affidarmi ad altro. La mia capacità di coinvolgere e di essere punto di riferimento, perché dietro non ho apparati partitocratici che ovviamente hanno sia Lettieri che Morcone. Però dico che il bilancio di questo inizio di campagna elettorale è molto interessante, entusiasmante, e soprattutto c’è la consapevolezza che stiamo realizzando un nuovo modo di fare politica, un laboratorio politico che mette le fondamenta in questa città.

La rosa dei candidati a sindaco in campo è molto ampia. È plausibile, considerata la frammentazione, che si andrà al ballottaggio. Quale sarà la vostra posizione in tal caso?

Io cerco di vincere al primo turno. Ad ogni modo è una campagna elettorale dura. Dieci candidati in campo non è un segno di confusione, forse oggi è un segno di chiarezza rispetto alle alternative in campo. Credo che mai come questa volta Napoli abbia la possibilità di scegliere per il cambiamento votando Luigi de Magistris. Non mi pongo proprio il problema di cosa fare al ballottaggio qualora non dovessi arrivare io. So solo una cosa: sono un candidato per il cambiamento, non ho mai fatto accordi politici di compromesso, di basso livello (non di compromessi politici nobili). Ho fatto sempre battaglie di indipendenza e di autonomia anche all’interno del mio partito. Quindi a me non interessano accordi sottobanco per andare al governo della città e di conseguenza non firmo cambiali in bianco nemmeno con Morcone, che dovrebbe essere il naturale eventuale alleato in caso di secondo turno. Quindi si dovranno vedere programmi, nomi, assessorati. Ma da come sta facendo campagna elettorale Morcone, con chi si sta accompagnando, quello che dice, mi fa pensare che non c’è ‘nulla di buono sotto il sole’, e quindi dobbiamo fare veramente di tutto per vincere al primo turno, o andare noi avanti, al ballottaggio e poi rivolgermi personalmente, come sto facendo, non ai partiti ma ai cittadini napoletani per una svolta in questa città. Se poi i partiti vogliono venire a ragionare su un programma di cambiamento, su un programma dell’alternativa, su una squadra di persone oneste, credibili, competenti e coraggiose; io non ho pregiudiziali, sono aperto. Perché Napoli, se siamo in tanti a volerla cambiare a queste condizioni io sono ovviamente entusiasta.

Quindi non teme che la sua candidatura ‘di rottura’ possa far vincere Lettieri al primo turno?

No, assolutamente. Non si pone proprio questa possibilità. L’unica alternativa possibile sul tappeto è che vinco io al primo turno.

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