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Elezioni comunali 2011

Verso le Comunali, Rivellini (Fli): “Il Pdl è stato solo un comitato elettorale”

Intervista all'onorevole Enzo Rivellini, coordinatore regionale di Generazione Italia e tra i primi ad aderire al progetto finiano. Il suo nome è tra i papabili per correre alla poltrona di Sindaco. Lui non si tira indietro: "Se i napoletani vorranno..."

rivellini2L'Onorevole Enzo Rivellini creò "scompiglio" a Strasburgo durante il suo primo discorso al Parlamento Europeo. Dopo averlo letto in italiano, lo declamò in dialetto napoletano. Di sicuro mandò in tilt i traduttori. Provocando lo stupore di tutta l'aula e dei suoi colleghi Eurodeputati. L'aveva annunciato e fu di parola. Lo fece, affermò a suo tempo, "Per portare all'attenzione dell'Europa i problemi del Mezzogiorno." Un gesto simbolico.

Eletto alle Europee nel 2009
con il PDL(in quota ex AN ndr), l'On.le Enzo Rivellini è un esponente di spicco della compagine finiana in Campania. Ha aderito infatti fin da subito al neo-gruppo di Futuro e Libertà. In Campania è inoltre coordinatore regionale dell'associazione "Generazione Italia" che fa capo al Presidente della Camera. L'abbiamo contattato per porgli qualche domanda sulla situazione politica nazionale e locale in vista delle prossime elezioni comunali a Napoli.

On.le Rivellini, per le prossime elezioni amministrative avete indetto le primarie a Napoli che si terranno dal 15 al 17 Ottobre nelle dieci Municipalità cittadine. Cosa succede? Strizzate l'occhio al centro-sinistra, che in Italia ha spesso utilizzato questo metodo per la scelta dei candidati?
In primis, mi faccia precisare una cosa: su richiesta degli amici (Mpa, Noi Consumatori, ecc.) che hanno aderito alla nostra iniziativa, abbiamo pensato di posticipare le primarie, inizialmente prevista per ottobre, di qualche settimana. Il tutto per rendere più efficiente la macchina organizzativa e quindi rendere più credibile la consultazione. Sul piano politico, mi permetta di dirle che non esistono strumenti di partecipazione popolare di destra o di sinistra.

Finora le primarie sono state utilizzate a sinistra per motivazioni interne a quello schieramento incapace di individuare una leadership, ma all'atto pratico penso siano un buon modo per rendere i cittadini partecipi delle scelte della politica. In un'epoca come quella attuale in cui ci viene negato perfino di indicare sulla scheda elettorale il nome del parlamentare che vogliamo eleggere servono iniziative di rottura come possono e devono essere le primarie. Quanto al contesto territoriale, aggiungo che a Napoli ed in Campania il Pdl finora è stato solo un comitato elettorale, non un partito. Anzi, il Pdl da noi altro non è che una cerchia ristretta di pochi notabili che concentrano incarichi e poltrone senza preoccuparsi di quelle che sono le istanze ed i bisogni del popolo.

Il 15 Ottobre sarà presente a Napoli il Presidente della Camera Gianfranco Fini?
A metà Ottobre il Presidente Fini sarà a Napoli per prendere parte alla presentazione del libro "In Alto a Destra". Il rapporto che Fini ha con la città di Napoli e con il nostro territorio è da sempre molto particolare. Anche questa occasione che ci viene fornita tra poche settimane, di presentare un libro culturalmente e politicamente significativo, dimostra come il leader della Nuova Destra Italiana ci tenga a conservare con Napoli ed i napoletani un feeling che non si è mai interrotto. Sono certo che come avvenuto a luglio scorso, quando Fini intervenne telefonicamente alla prima convention regionale di Generazione Italia Campania, anche stavolta Napoli sarà il crocevia della politica nazionale.

Nel frattempo il suo collega eurodeputato Clemente Mastella ha annunciato la sua candidatura, come la giudica?

Ho letto l'iniziativa dell'amico e collega Mastella e la trovo politicamente utile ad alimentare il dibattito ed il confronto nel centrodestra. Ma non ci possono essere idee preconfezionate. Altrimenti noi finiani non avremmo proposto le primarie. Personalmente le dico che non ho mai fatto mistero di potermi mettere a disposizione della comunità, ma solo se i napoletani me lo chiedono. In ogni caso non sono candidato per forza, anzi resto a disposizione della città e della coalizione per contribuire a migliorare le nostre condizioni di vita.

Questo non significa dover scendere necessariamente in campo in prima persona. Da politico rappresentativo e non auto-referenziale credo che ad imporre le scelte ed i processi debbano essere i cittadini. Da qui l'idea di lanciare le primarie, così che i napoletani scelgano senza condizionamenti.

Come valuta il lavoro della Giunta provinciale di Luigi Cesaro e di quella regionale, guidata da Stefano Caldoro?
Ho avuto modo di essere critico nei mesi scorsi con le amministrazioni locali di centrodestra che non sempre riescono a dimostrare di avere quel coraggio necessario che i napoletani attendono per vedere cambiate le cose e vedere quel segno evidente di discontinuità che si attendono dopo i decenni di strapotere e di inefficienza del bassolinismo.
Cesaro e Caldoro sono stati eletti nel segno del cambiamento e devono dimostrare di essere capaci ad intercettare e soddisfare l'ansia di riscatto e rinnovamento che ci sono a Napoli ed in Campania. Se non dimostriamo di saper cambiare marcia rispetto al passato, il centrodestra nel governo delle amministrazioni locali rischia di non avere vita lunga.
Altro aspetto della crepa nel centrodestra: qualche giorno fa il ministro Brunetta ha definito "un cancro la Calabria e la conurbazione Napoli-Caserta".

Sicuramente non avrete gradito tali affermazioni, o sbaglio?
Ho avuto modo di definire il Ministro Brunetta, come dimostra la sua inutile ed infelice battuta, leghista di serie B.
Pensi piuttosto a come contribuire, visto il delicato ruolo che riveste, a migliorare sul serio le condizioni del Sud.
Fino ad oggi il governo Berlusconi è stato sempre vicino al nord, molto meno al Sud. È ora che si lanci un piano nazionale serio per il rilancio del Mezzogiorno. I Ministri piuttosto che a lanciarsi in improbabili analisi sociologiche che alimentano solo polemiche sui giornali si occupino del Sud.

Chiudiamo con i programmi: Napoli è la terza città d'Italia. Quali le sue idee per rilanciarla, da dove ripartire insomma…?
I napoletani in primis hanno bisogno di recuperare il proprio orgoglio ed il senso di appartenenza alla propria comunità. Sembrano concetti formali ed astratti, ma invece credo siano gli elementi primordiali ed indispensabili per la città. Dobbiamo tutti cambiare approccio, smettere di lamentarci, rimboccarci le maniche e soprattutto essere implacabili coi politici che si dimostrano incapaci di governare.

Vede, alla Lega da napoletano non mi sento di rimproverare nulla perché fa il proprio mestiere. Dobbiamo essere noi napoletani e meridionali a "volerci più bene" ed a dimostrare di avere a cuore il nostro destino ed il nostro territorio. È da qui che deve partire la rivoluzione positiva. In caso contrario è difficile provare a cambiare le cose.

Le Istituzioni pubbliche non sono staccate dalla realtà, ma governano i processi decisionali che incidono sulla vita di tutti. Se i cittadini non sono i primi a voler cambiare è quasi impossibile che le Istituzioni riescano ad imporre qualsiasi programma o idea di rinnovamento.

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