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De Magistris promette: "Napoli avrà un registro per le coppie di fatto"

Il sindaco sul suo blog: "Dimostrereremo ancora una volta di essere una città dell'inclusione, della Pace, della dignità. Una città che riconosce il diritto alla felicità"

L'aveva promesso già da tempo, e adesso Luigi de Magistris sembra non voler tradire i suoi sostenitori. Sì a un registro per le coppie di fatto. "Non è utopia né giacobinismo. Sarebbe profondamente ingiusto e sbagliato non dare diritti e doveri a coppie e unioni che esistono già", scrive il sindaco in un post del suo blog.

E specifica: "Compito della democrazia è riconoscere la più ampia ed estesa libertà a tutti i cittadini fino a quando questo non avvenga a detrimento dell'altrui libertà. È per questo che, come sindaco di Napoli, mi sono impegnato ad istituire un registro delle unioni civili". Per de Magistris si tratta di "una battaglia civile nello spirito della nostra Costituzione. Il riconoscimento di altre forme di convivenza diverse dal matrimonio, infatti, non può in alcun modo ledere il diritto di quanti contraggano il matrimonio a farlo. Chi ritiene che un diritto escluda l'altro cerca una giustificazione per tradire i principi di giustizia alla base del nostro ordinamento".

Quando la Carta fondamentale ricorda che il matrimonio suggella la famiglia in quanto società naturale, "lo fa perché nella tradizione giusnaturalista, la legge si deve ispirare alla razionalità della natura che ci fa tutti uguali per dignità sociale, come ci ricorda l'articolo 3. All'articolo 2, infatti, la Costituzione si impegna a proteggere tutte le “formazioni sociali”, quelle comunità naturali o di fatto che, con il registro delle unioni civili, vogliamo valorizzare".

Con un registro delle unioni civili, ne è certo il primo cittadino, "Napoli dimostrerà ancora una volta di essere una città dell'inclusione, della Pace, della dignità. Una città aperta a tutte e a tutti, che garantisca pienamente anche il diritto all'amore, a vivere la vita nel modo più pieno, nel rispetto degli altri. In una parola: una città che riconosca il diritto alla felicità. Non è retorica. Ma è l'architrave del liberalismo giuridico. Con il diritto alla felicità, nel novero dei diritti naturali, infatti, si apre l'articolo 1 della Dichiarazione di Indipendenza americana del 4 luglio 1776".

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