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"Troppa depressione in giro, serve concretezza": de Magistris striglia il Governo

Il sindaco di Napoli: "A Napoli la ripresa c'è ma c'è chi prova a fermarci. Troppa depressione e lentezza, il Governo sia più concreto"

Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris incita tutte le parti sociali a una solerta ripresa delle attività: "C'è troppa depressione", scrive de Magistris su Facebook. "Dobbiamo invece sostituire l'azione alla depressione, la concretezza al posto dell'apatia". Una critica indirizzata soprattutto al Governo Conte, che - secondo il primo cittadino partenopeo - "continua a discutere e a prendere impegni, ma i fatti concreti non arrivano ancora". Il pericolo è un bomba sociale la cui miccia, per de Magistris, è già accesa. Di seguito il post. 

“La ripartenza a Napoli si vede ed è anche significativa. Ma la luce forte è ancora lontana. Troppa paura, depressione, lentezza, per non parlare degli ostacoli divenuti mine sulla strada della rinascita. Apriamo parchi, spazi, luoghi, pedonalizziamo, facciamo piste ciclabili, proviamo a riqualificare il territorio, e provano a fermarti. Non ci arrivano. Continuano a parlare di movida che non c'entra nulla. A noi sta a cuore la città che deve ripartire, il dramma del lavoro e della disoccupazione, l'assenza di liquidità in tante famiglie. Al potere interessa la lotta mediatica, politica ed istituzionale. Mentre la situazione sociale ed economica è molto seria e grave. La miccia della bomba sociale è accesa, solo la durata del timer è incerta. Il Governo continua a discutere e a prendere impegni, ma i fatti concreti non arrivano ancora. Sottovalutano in tanti il contagio criminale che sta dilagando nel nostro Paese. Migliaia di persone arruolate nel crimine perchè rimaste prive di lavoro, migliaia di persone cadute nella rete degli usurai, migliaia di aziende fallite o salvate da canali finanziari illeciti. La desertificazione dei territori diviene terra di conquista delle bande criminali. È l'ora del coraggio, della concretezza, della visione. Basta terrorismo sul virus, si deve fare un lavoro immenso sulla sanità pubblica ed investire su reti di protezione sanitaria che mettano in sicurezza l'Italia e i suoi abitanti. Le persone non possono vivere nell'incubo del ritorno della malattia e rimanere schiavi della paura. Il Paese deve riprendere a vivere, si devono tessere relazioni umane e sociali, dare forza alla cultura. L'economia deve ripartire più veloce, si deve mantenere il lavoro e crearlo, utilizzando anche le opportunità della crisi. Dobbiamo promuovere i nostri luoghi e riabbracciare il turismo. Sappiamo che il mondo è cambiato; siamo consapevoli che dobbiamo convivere con il virus; ci rendiamo conto che l'infezione potrebbe ritornare. "Ricordati che devi morire" non ci deve far perdere la voglia di vivere. Un Paese depresso morirà subito, per altro. La paura deve assumere il volto della responsabilità. Ci vuole l'azione al posto della depressione, la concretezza al posto dell'apatia, la visione al posto di ottusi cervelli della politica e delle istituzioni. A Napoli per primi abbiamo chiuso tutto e per questo soprattutto ci siamo salvati. Solo mille infetti documentati su un milione di abitanti, infatti abbiamo meno morti dell'anno scorso. Ora, però, insieme dobbiamo ripartire, non possiamo contare 100 morti con il Coronavirus e migliaia di morti per altre patologie o per ragioni sociali, economiche e lavorative. La vita non riparte da sola, ha bisogno di anima, cuore e corpo. Mai da soli, ma sempre insieme. Stiamo sempre attenti, alla salute ci teniamo, ma rimettiamo in moto la comunità per la salute individuale e collettiva di tutti. Napoli è un faro ed i suoi abitanti siano l'energia solare di un nuovo cammino, duro, ma di vita”.

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