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Aveta al contrattacco: "Mai detto che i gay mi fanno schifo, querelo"

La difesa del consigliere regionale parla di "indegna strumentalizzazione di un post facebook", che "voleva soltanto stigmatizzare un comportamento contrario a decenza e buon gusto"

Nell'occhio del ciclone per un post facebook ripreso dai Radioattivi di Radio Club 91 Carlo Aveta, consigliere regionale candidato alla prossima tornata elettorale con Vincenzo De Luca (nella lista Campania in Rete), si difende: "Non ho mai detto che i gay mi fanno schifo, la mia religione mi impedisce di disprezzare altri esseri umani. Sfido chiunque a trovare una mia dichiarazione". Si tratterebbe, per Aveta, di "una montatura giornalistica indegna", con "testate autorevoli" che "pescano nel laghetto fetido del chiacchiericcio dei social network senza controllare e verificare le notizie. Questa non è disinformazione".

"Si sta creando una gran confusione – prosegue l'ex membro de La Destra di Storace – su un mio post Facebook del luglio 2014 (17 giugno 2014, ndR) in cui legittimamente, dedico un giudizio personale a un'immagine che tuttora mi crea sconcerto: tre uomini che sfilano, in una pubblica piazza, davanti a bambini e bambine, in baby-doll. Nulla c'entra l'orientamento sessuale dei soggetti ritratti che potrebbero essere tranquillamente eterosessuali in vena di scherzi o attori travestiti. È contro il buon gusto e contro la decenza camminare per strada conciati così, punto". "Si può ancora dire, in un Paese libero e democratico, che questi mi fanno schifo?": era questo il contenuto testuale del post "incriminato".

"Chi vuole farmi dire cose che non penso, ha sbagliato tattica – ha proseguito il consigliere – Così come dico, tranquillamente, che anche le proteste a seno nudo delle Femen mi fanno schifo. Sarò accusato di essere un anti-femminista, quindi?". "Il cliché dell'uomo di destra omofobo con me non funziona – attacca – Piuttosto che calunniare, visto che l'omofobia è un reato, i giornali avrebbero potuto ricordare il fatto che sono l'unico consigliere regionale non indagato in Rimborsopoli ed uno dei pochi in Italia ad aver rinunciato al vitalizio da consigliere regionale. Ma queste sono verità scomode, probabilmente. Meglio allora le bugie. Anche se, come purtroppo accadrà, sarò costretto a smentirle ricorrendo ad un giudice".

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