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Capodimonte, Bellenger invita Macron: "Venga a Napoli"

"Sono felice che il presidente ami la città, invito lui e la première dame Brigitte a visitare la mostra su Picasso e la nostra preziosa collezione"

"Sono felice che il presidente Macron ami Napoli, invito lui e la première dame Brigitte a visitare presto la mostra Picasso e la nostra preziosa collezione", Così il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger, dopo aver appreso dalla stampa che Napoli sarebbe la città preferita dal neo presidente di Francia. A rivelarlo è stata Caterina Avanza, 36 anni, bresciana, l’unica italiana dello staff di Macron che ha affermato: “Ama molto l’Italia, per lui Napoli è la città più bella del mondo”. Bellenger aveva già dichiarato di aver votato Macron presso il Consolato di Francia a Napoli e di essere orgoglioso di avere un presidente di 39 anni, molto preparato, con un grande intuito politico, che aveva scelto un luogo di cultura come il Louvre per festeggiare la propria elezione, un grande segnale di speranza per il futuro dell'Europa e delle nuove generazioni perché “la Francia di Voltaire e Montesquieu non può certo tornare all'oscurantismo”.

Bellenger ha ricordato che la riforma Franceschini ha aperto la gestione dei beni culturali all'Europa: italiani, francesi, austriaci, tedeschi sono stati scelti per la gestione di 20 musei italiani. Questa nuova impostazione ha già dimostrato i suoi successi: la crescita dei musei è quasi simbolo della rinascita del Mezzogiorno, in cui sono stati investiti molti fondi comunitari come a Pompei, che oggi supera i 3 milioni di visitatori l'anno.

"Spero che la coppia presidenziale riesca a venire a Capodimonte per vedere la mostra Picasso e Napoli: Parade, appuntamento inaugurale dell'iniziativa Picasso Mediterraneo del Museo Picasso di Parigi che coinvolge più di 60 istituzioni di 6 Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo e che documenta per la prima volta il viaggio in Italia e a Napoli di Picasso, l'unico viaggio fuori dalla Francia, poco conosciuto che studia per la prima volta il legame tra Picasso e Napoli. Picasso nel 1917, in piena guerra mondiale, immagina un balletto avanguardista pieno di sorpresa, giovinezza e gioia. Uno spagnolo che lavora con un francese, due russi in Italia contro tutte le esasperazioni dei nazionalismi", ha concluso il direttore.

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