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Bagnoli, punto sulla situazione: il commento di Carlo Iannello

L'intervento sui recenti sviluppi di Carlo Iannello, ex consigliere comunale ed ex presidente in Consiglio della commissione urbanistica, da sempre particolarmente attento alla vicenda del quartiere flegreo

IL PROGETTO ORIGINARIO - La variante per Bagnoli del 1996, approvata quando Bassolino era sindaco e Vezio De Lucia assessore all'Urbanistica, è stata osteggiata da tutta la città, compresa la classe politica che la aveva votata, sin dal giorno dopo la sua approvazione. De Lucia pagò il prezzo più alto, con la sua estromissione dalla giunta. La classe dirigente locale, priva di cultura e di visione politica, la ha addirittura additata come la causa dello stallo in cui si trova Bagnoli, finendo per farla diventare il capro espiatorio della propria incapacità amministrativa, quando non della mala amministrazione, svelata dalle inchieste della magistratura.

Non c'era occasione in cui gli esponenti della classe dirigente cittadina dimenticassero di affermare che il piano era «troppo ambientalista», che un parco di 120 ettari era «un'enormità» per una città come Napoli e che la colmata andava conservata perché rappresentava una magnifica «terrazza a mare», per alcuni, la sede ideale per un immenso porto, per altri. A cominciare, incredibilmente, dagli stessi amministratori del comune e della Bagnoli Futura, che di quel piano avrebbero dovuto essere fieri custodi. Ricordo, ultimo in ordine di tempo, un esponente dell'ambientalismo cittadino, nominato nel 2012 a presidente della Bagnoli Futura, che poneva in dubbio la rimozione della colmata, con cui ho dovuto polemizzare, sempre nell’isolamento generale, da presidente della Commissione urbanistica del comune.

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