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Andrea Scanzi, l'intervista: "Andate a votare. Astenersi vuol dire scegliere Renzusconi"

Il 30 gennaio al Teatro Sannazaro lo spettacolo teatrale tratto dal libro del giornalista e opinionista politico. NapoliToday lo ha intervistato su temi politici e d'attualità: "Guardo con curiosità all'esperienza di Potere al Popolo"

Il 30 gennaio Andrea Scanzi sarà al Teatro Sannazaro di Napoli per la seconda data nazionale del suo spettacolo teatrale 'Renzusconi'. Lo spettacolo è un monologo, intervallato da filmati, ricavato dal libro di Scanzi, giornalista e opinionista politico molto ricercato nelle tribune televisive. In 'Renzusconi' Scanzi ascolta, guarda e poi commenta le gesta di Renzi e Berlusconi, "allievo e maestro", così li definisce. Ne vien fuori "l'essenza di un paese tanto bello quanto, spesso, capovolto". Per parlare del suo spettacolo e della scena politica napoletana e nazionale, la redazione di NapoliToday ha contattato Andrea Scanzi per un'intervista. 

- Come stanno andando il libro e lo spettacolo 'Renzusconi'?
- Benissimo, non avrei mai immaginato questo successo. Il libro è nella top ten, sta per uscire la sesta edizione. Quindi venti giorni fa proposi al Fatto Quotidiano di produrre uno spettacolo dal libro ma non avrei mai pensato che in pochi giorni avremmo ottenuto 14 date, destinate ad aumentare. Spero che a Napoli abbia lo stesso seguito che sta avendo nelle altre città.

- Parliamo delle differenze tra i due leader. Si pensava che B. fosse andato in soffitta, e invece rieccolo, per giunta tra i favoriti per le prossime politiche. Succederà anche a Renzi?
- Renzi non è finito, purtroppo. Gli auguro ogni successo, ma fuori dalla politica: ha prodotto disastri nella sinistra. La differenza, mi chiedevi: tra originale e imitazione si sceglie sempre l’originale e Berlusconi è molto più bravo. Renzi ha anche alcuni pregi, rispetto a Berlusconi. Ha la fedina penale pulita, non faceva parte della P2, sui temi etici il PD ha ancora qualche buona idea. Ma in generale Renzi è la brutta copia di Berlusconi. 

- De Magistris è forse più celebrato fuori dai confini comunali che in città. DemA ha annunciato di non presentarsi alle prossime politiche, ma le chiedo: il sindaco di Napoli ha un profilo nazionale?
- Peraltro de Magistris verrà a vedere il mio spettacolo al Sannazaro, l’ha annunciato ma rinnovo l’invito attraverso NapoliToday. Beh, non posso esprimermi, qui da Arezzo, sulle politiche cittadine napoletane, città in cui sono venuto quattro volte negli ultimi quattro anni. Però de Magistris ha sicuramente un buon profilo nazionale. Avrebbe potuto dare qualcosa sicuramente a un partito come Liberi e Uguali, che non ha nomi di rilievo e ne ha altri che portano pochi vantaggi, anzi fanno quasi danno al movimento.

- Si parla di emergenza legata alla violenza giovanile, è un argomento ciclico in città. Ora vengono definite ‘baby gang’. Che poteri ha, secondo lei, l’amministrazione comunale per contrastare questo fenomeno?
- Chiaro che bisogna lavorare molto dal punto di vista culturale, far capire ai giovani quali sono le alternative. Solo con la repressione, solo con la legge, non si va da nessuna parte. Bisogna lavorare alla base, con la cultura, con le scuole, fornire esempi positivi, parlare ad esempio di Giancarlo Siani. Ecco, servirebbero tanti Siani in città, risparmiando però a tutti loro la tragica fine del cronista.

- A Napoli c'è da alcuni anni una percentuale di astensionismo altissima. Perché secondo lei un napoletano deve andare a votare il 4 marzo?
-Perché astenersi vuol dire votare Renzusconi. Io capisco chi non va a votare, il panorama è deprimente. La campagna elettorale è mesta, io mi rompo le palle guardando la tv dopo cinque minuti. Però dobbiamo capire che a “questi” basta il 40%, non importa se i voti sono cento o cento milioni. A loro basta la loro quota maggioritaria, e astenersi vuol dire consegnare loro quella percentuale. E sinceramente dopo vent’anni di Berlusconi ne ho un po’ piene le scatole. Allora partiamo da un dato: scegliamo i nomi da non votare, accuratamente. Poi proviamo a scegliere chi votare, e proviamo a contrastare Renzusconi.

-L’esperienza di Potere al Popolo, partita dall’ex Opg di Napoli, come la valuta?
- Mi incuriosisce, molto. Ripropongono temi di sinistra e già per questo hanno la mia stima. C’è un rischio, però: che diventi l’ennesima forza di sinistra anacronistica e velleitaria. E con quell’uno per cento alla fine ci fai il brodo. Però mi sembra che a farne parte siano belle persone, come Montanari che stimo e che dovrebbe essere sul palco con me in una delle prossime date di ‘Renzusconi’. Possono portare nel dibattito politico, se li invitassero di più in televisione ad esempio, belle persone e belle idee. E spero che dopo il 4 marzo continuino a essere presenti sulla scena.

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