Elezioni, Manzi (PD): "Non si scende a patti con gli estremisti"
I programmi del sindaco di Casamarciano, candidato alla Camera nel collegio di Nola per il Partito Democratico. "Offrire serie e costanti alternativi ai giovani del Sud, puntare su istruzione e formazione"
Andrea Manzi, 58 anni, avvocato, sposato e padre di due figli. È sindaco di Casamarciano e presidente dell’Ato 3 rifiuti della provincia di Napoli.
Perché votare PD?
"Votare Partito democratico è una risposta contro i populismi ed una alternativa a chi in venti anni di governo ha solo dilaniato il Paese. Una scelta di campo: da un lato gli estremismi, dall’altro un partito responsabile e che nell’ultimo lustro ha portato avanti riforme essenziali. Nel Collegio uninominale di Nola, il voto Pd è anche altro: significa scegliere un uomo del territorio, un sindaco che conosce il Nolano ed il Vesuviano ed ama queste comunità, e non l’ennesimo politico avulso dal territorio".
La vostra ricetta per rilanciare l'occupazione - in particolar modo al sud.
"Contro la disoccupazione la prima ricetta riguarda la scuola. Tra la fine dell’obbligo scolastico e l’inizio del lavoro spesso passa troppo tempo. Bisogna investire e tanto sull’istruzione secondaria professionalizzante. Vanno inoltre forniti incentivi per i corsi di formazione. Per gli imprenditori, la ricetta sta nella riduzione del costo del lavoro".
Questione violenza giovanile a Napoli e sicurezza in generale: quali sono i vostri programmi in merito?
"Puntiamo sull’istruzione, sul lavoro e sulla cultura. Ma non riempiendo i ragazzi di parole vuote, bensì offrendo loro opportunità concrete. Migliorare i progetti di alternanza scuola-lavoro, che devono offrire immediate occasioni professionali ai ragazzi per allontanarli dalla strada. Investire sulle esperienze culturali formative, penso all’esempio del Nuovo Teatro Sanità a Napoli, un modello di inclusione dei giovani a rischio, positivo, da imitare e supportare".
La vostra posizione riguardo il fenomeno migratorio verso l'Italia.
"Ammiro molto il ministro degli Interni Minniti e sposo in pieno la sua linea che è quella dell’accoglienza realista e non emotiva. Non si può scaricare l’intero problema sull’Italia: si deve agire sui luoghi da cui l’immigrazione parte, come Libia e Niger, e pretendere dall’Europa nuove regole che diano a tutti gli Stati membri doveri di accoglienza".
In caso di ingovernabilità, voterebbe un Governo di larghe intese?
"Mi rifaccio a quanto ribadito più volte da Matteo Renzi: non si scende a patti con gli “estremisti”, l’Italia ha bisogno di governabilità ma soprattutto che questa nasca da forze moderate. E’ per questo che credo sia più importante oggi, a pochi giorni dal voto, che il Pd non discuta di larghe intese ma si spenda ogni secondo per convincere gli indecisi".