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"Il debito ingiusto? E' solo il 5% del debito di Napoli. Il responsabile è il sindaco"

Il consigliere comunale di Napoli Mara Carfagna risponde all'ultimo post del sindaco: "La smetta di fare il capopopolo e di aizzare le folle. Il debito CR8 non è che la minima parte del debito del Comune, di cui deve assumersi la responsabilità"

Mara Carfagna, consigliere comunale e deputata di Forza Italia, prosegue nella critica rivolta al sindaco Luigi de Magistris. In risposta al positivissimo bilancio pubblicato da de Magistris, che lamentava però l'ingente peso che, scaricato dallo Stato, grava sulle casse comunali, Carfagna ha deciso di rispondere in questo modo. 

“Chiediamo all’amministrazione de Magistris di fermarsi a riflettere e fare quello per cui è stata eletta. E al sindaco di smettere di fare il capopopolo e di aizzare le folle contro presunte congiure oligarchiche che vede soltanto lui. Parla di debito ingiusto. Che significa ingiusto? Che non l’avete contratto voi? Vi diamo una notizia, siamo d’accordo. Ma per il principio di continuità amministrativa - e il sindaco, che è un uomo di legge, lo sa - quel debito va pagato così come i Governi che si sono succeduti, compreso quello targato Forza Italia, hanno dovuto fare i conti con il debito pubblico accumulato negli anni passati. E mentre il sindaco era in piazza ad arringare le folle, è stato solo grazie agli uffici comunali al tavolo delle trattative se quel debito sul Cr8 sarà pagato anche in parte dallo Stato. Basta sceneggiate. E tranquillizziamo anche i napoletani costretti a subire il terrorismo psicologico di questa amministrazione: se mai dovesse fallire il Comune di Napoli - ma lo impediremo in ogni modo ancora una volta solo per i napoletani e non per questa giunta - sarà per colpa dell’incompetenza di chi la governa. Il debito ingiusto rappresenta infatti solo il 5 per cento dell’esposizione debitoria del Comune. Basta quindi con i deliri su Napoli autonoma tanto il sindaco ha dimostrato di non poter far a meno dello Stato, senza il quale sarebbe già fallito per l’incapacità di risanare i conti e per il disavanzo accumulato: riscuota, dismetta il patrimonio e accorpi le partecipate”. 

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