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Casa Surace: storia di un successo tra amicizia e grandi mangiate

Intervista a Ricky, Pasqui e al regista Simone Petrella della famosa factory napoletana. Gli sketch da milioni di views che li ha resi noti, il progetto tv ‘Belli di Nonna’ e la consacrazione con i video che con humour e garbo testimoniano la quarantena

Casa Surace Rule. E’ la prima cosa che si pensa se si vedono i milioni di views ai loro video e i followers della loro community web che cresce a vista d’occhio, a oggi si contano oltre i 3 milioni. Tra social, app e canali YouTube la factory napoletana fondata nel 2015 da Daniele Pugliese, Simone Petrella, Alessio Strazzullo, Luca Andresano e Andrea di Maria in pochi anni è diventata una società di produzione con 12 dipendenti e una troupe di una trentina di collaboratori. Nata un po' per gioco da un gruppo di amici e coinquilini in un appartamento che aveva davvero la targhetta alla porta con su scritto ‘Surace’, attualmente ha due sedi una a Napoli e l’altra a Sala Consilina dove realizzano il maggior numero delle produzioni ed è una realtà che ha saputo ben intuire come sfruttare il virale del web attraverso l’audiovisivo, raccontando, con pizzico genuino, le radici e i valori del Sud, gli stereotipi da smontare, la vita dei piccoli paesi, i comportamenti, il rapporto tra studenti fuorisede, gli usi e i costumi culinari e non, vengono mixati e rielaborati in sketch e video ironici che hanno dato vita ad una vera e propria social community online. Navigando in rete ognuno di noi ha visto almeno una volta uno dei loro sketch comedy. Il segreto è il forte senso di gruppo dove anche se pervade la goliardia non mancano la serietà, impegno e l’audacia di sperimentare linguaggi crossmediali. Insieme si divertono a creare e, pare, che alla fine delle riprese il cibo che 9 volte su 10 è presente nei loro video viene mangiato dall’intera troupe e cast. 

Casa Surace: un fenomeno da mezzo miliardo di utenti

Tra le incursioni a Sanremo 2018 e spot pubblicitari per importantissimi marchi nazionali e internazionali, Casa Surace è un fenomeno da mezzo miliardo di utenti che soprattutto durante la quarantena si è consolidato intrattenendo veicolando messaggi importanti come dimostrano due video: il primo, virale in mezzo mondo, è quello in cui nonna Rosetta spiega con leggerezza e ironia le norme di comportamento da tenere ai tempi del Coronavirus; il secondo, racconta  con tenerezza  i desideri da realizzare quando saremo fuori dall’isolamento, un video interessante in cui con maturità il team mostra un approccio a un registro diverso. 
Simone Petrella, uno dei registi e fondatori storici e i due volti iconici dei video e spot di Casa Surace, Ricky e Pasqui, al secolo Riccardo Betteghella e Bruno Galasso, al secolo il milanese Ricky e il pugliese Pasqui -entrambi super campani- raccontano dal loro punto di vista il segreto del loro successo presentando ‘Belli di Nonna’ il format tv che sarebbe andato in onda su NOVE.

L’intervista

Ragazzi, quando avete avuto la sensazione che eravate diventati una realtà pop forte e che eravate usciti dalla dimensione di ‘gioco’?

Riccardo Betteghella (Ricky): “Ricordo che non era passato forse neanche un anno dall’inizio della nostra collaborazione con “il terrone fuori sede” che io e Pasqui, alias Bruno Galasso, andammo a sentire un concerto a Termoli nel Molise, storicamente città di fuorisede, in occasione della festa di San Basso. Le strade erano piene di giovani in festa e non appena mettemmo piede in città notammo che le persone cominciavano a bisbigliare a guardarci e a indicarci, all’epoca non avevamo idea di quanto il nostro format fosse diventato popolare tra i giovani fuorisede così rimanemmo stupiti di quante persone ci fermavano e ci chiedevano le foto, alcuni ci ringraziavano soltanto, altri con le lacrime agli occhi per averci incontrato, insomma quella fu la prima volta che ci rendemmo conto del potenziale di quello che stavamo facendo.”

Bruno Galasso (Pasqui): “La Sensazione di maggior consapevolezza è stata sicuramente vedere i 17 milioni di views con il video "La Vita con e senza Terrone", bloccato da Facebook, guarda un po’...(ride). Da lì ci siamo accorti che le cose iniziavano a diventare serie e quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a ...MANGIARE!”

Simone Petrella: “Dopo i primi due anni dalla vera e propria nascita del gruppo, abbiamo fatto un tour estivo. Comunicavamo ai fan all'ultimo secondo dove eravamo, e si presentavano centinaia di persone, volevano il pacco da giù, conoscevano le battute dei nostri video. Lì ho capito che qualcosa stava cambiando”.

Simone, la sede ufficiale di Casa Surace è a Sala Consilina in provincia di Salerno dove se non erro tu stai passando la quarantena. E’ un paese del Vallo di Diano dove, peraltro, non sono molto lontani alcuni dei comuni indicati come Zona Rossa. Che percezione stai avendo con il passare dei giorni?

Simone: “Io credo di aver avuto due fortune: la prima è che il nostro lavoro creativo non si è mai fermato, la seconda è proprio trovarmi a Sala Consilina. Qui ci sono tanti di Casa Surace: Beppe Polito, Valentina Russo, Alex Ferricelli, Francesco La Rocca. Noi giriamo i video a Sala e si respira spirito di assistenza e di famiglia. Ed è lo stesso che dura in questi giorni. Non vedo nessuno (a parte Renata, altra autrice di Casa Surace che è qui con me!) ma ci sentiamo, sappiamo che anche a distanza siamo insieme. E poi di fronte al nostro ufficio si stende il Vallo Di Diano, e una quarantena potendo ammirare prati e montagne è diversa da una quarantena chiusi tra i palazzi. Ovviamente c'è anche la voglia di uscire”.

I numeri parlano chiaro: siete stati tra coloro che meglio hanno capito come usare il web soprattutto per intrattenere e divertire con sagacia. In questi giorni più che mai la fruizione online tra piattaforme e streaming è stata fondamentale e voi siete stati di sicuro tra i protagonisti nel dare svago incoraggiando le persone a stare a casa…  

Ricky: “A volte per accorgersi della vera utilità di un nuovo mezzo di comunicazione bisogna saper guardare con lungimiranza, l’utilizzo che si è fatto della rete e nello specifico dei social in questo periodo di quarantena è stato un motivo di svago per molte persone costrette in quattro mura. Grazie a delle dirette, a qualche video di intrattenimento o a semplici meme si è riuscito, anche se per qualche istante, a distrarsi da quello che succedeva nel paese senza tralasciare la responsabilità di informazione che pagine affermate e grandi comunità online hanno nell’informare anche ai più giovani, che magari sono più restii ad un linguaggio televisivo, cosa stesse accadendo nel mondo. E’ un po’ quello che abbiamo provato a fare noi, tra una battuta ed uno zoccolo lanciato online abbiamo cercato di informare nel modo giusto tramite le parole di una nonna che parlava ai suoi nipoti nel mondo, e il fatto che un video girato da casa abbia fatto più di 150 milioni di visualizzazioni vuol dire che forse la rete e i social non sono solo cose da bambini o mezzi di comunicazioni superficiali, ma che in un vero momento di bisogno sono l’arma di aggregazione e di comunicazione più forte che abbiamo”.

Una vostra costante è di stare sul pezzo. Con leggerezza e tanto umorismo affrontate anche temi seri e di stretta attualità. E in pieno Covid-19 avete fatto sentire la vostra voce e quella di Nonna Rosetta. Il video sui consigli su come comportarsi in piena emergenza, senza esagerare, è stato davvero visto in buona parte di mondo. In questa circostanza ne sarete super orgogliosi… 

Simone: “Sì molto. È un video comico in fin dei conti, ma nato da un'esigenza: informare e tranquillizzare. Chi, meglio di una Nonna, poteva farlo? Siamo molto orgogliosi di aver voluto mandare un messaggio e che questo messaggio sia stato condiviso in tutto il mondo. Grazie a un lavoro della nostra parte creativa: Alessio Strazzullo, Daniele Pugliese, Renata Perongini e Luca Persichetti, abbiamo solo seguito il flusso della condivisione e amplificato il messaggio”.

Siete in piena attività anche se distanti. Come state procedendo? 

Simone: “Stiamo viaggiando molto sulla creatività. Per pasquetta abbiamo organizzato un grande evento online, i nostri video stanno facendo numeri molto alti. Ovviamente ci stiamo adattando alla situazione, ma in ogni situazione del genere, nella storia, la creatività si è adattata al momento. E con i nostri fan abbiamo recuperato un legame di “famiglia”, siamo tutti nella stessa situazione, gli raccontiamo cose per tenerli su di morale”.

Video, Sanremo 2018, il libro Quest’anno non scendo che purtroppo sembra essere circoscritto a questi giorni, spot e, qualche settimana fa anche la tv con Belli di Nonna, un nuovissimo format in onda su NOVE e sulla piattaforma Dplay di Discovery. Fuorisede e sapori della tradizione sono come sempre due delle parti integranti del racconto. Da dove l’idea? 

Bruno: “Le Tradizioni e le Radici sono sempre saldamente presenti nelle Nostre produzioni, il programma sarà una vera e propria sfida culinaria tra abitanti della stessa città o provincia ma residenti da un certo tempo a Roma e dovranno cucinare un piatto tipico della tradizione il cui risultato sarà giudicato dalla Nonna. Noi ovviamente saremo i ‘tutori’”.

Simone: “Sì è da un po' che ci stiamo affacciando agli altri media. In questo caso con Discovery e, soprattutto, con Pesci Combattenti, una produzione televisiva molto in gamba, abbiamo trovato un gusto comune e abbiamo portato avanti questa idea, frutto di diverse elaborazioni”.

Per coloro che ancora non avessero visto Belli di Nonna come si struttura la puntata?

“Ricky e Pasqui andranno letteralmente a caccia di talenti provenienti da tutte le regioni d’Italia, nostalgici e amanti della tradizione, fuorisede incapaci di rinunciare ai sapori della propria terra d’origine per una sfida ai fornelli tra due concorrenti fuorisede”.

Simone, su che base scegliete i partecipanti e costruirete le puntate? 

“Tutti fuorisede! L'idea è di raccontare il mondo culinario dei fuorisede, in una grande città. Ricky e Pasqui ci accompagnano in giro a scoprire come, chi viene da posti con tradizioni anche culinarie molto forti, si adatta alle grandi città. Per i fuorisede sarà tramite un casting che si cercheranno le persone più adatte, per noi già se hai i boccaci in dispensa sei preso”.

Riccardo e Bruno, nel girare il programma avete avvertito una differenza rispetto a quando siete protagonisti dei video?

RICKY: “Per la prima volta ci siamo confrontati con un format diverso da quello seriale a cui siamo abituati, essere protagonisti e conduttori di un programma televisivo di 45 minuti a puntata è una cosa totalmente nuova ed è stata per noi una bella sfida, abbiamo dovuto adattare le nostre battute e la nostra comicità a tempistiche diverse e a un linguaggio per noi totalmente nuovo, quello televisivo e devo dire che ne siamo usciti piacevolmente sorpresi. Dover interagire non solo con attori ma con persone reali che sono lì per dimostrare il loro reale attaccamento alle radici culinarie della propria terra pone i nostri personaggi in un mondo che è ancora più reale di quello dei video che giriamo normalmente. Questo programma ha come obbiettivo proprio questo cioè fare da ponte tra la realtà che raccontiamo nei nostri video con un pizzico di immaginazione e le persone vere che invece abitano le contraddizioni e il mondo che spesso raccontiamo, e i nostri personaggi in qualche modo all’interno del programma non sono altro che dei traghettatori tra il reale e l’immaginazione per poi scoprire che quello che raccontiamo nei video è più vero di quanto non si immagini”.

Bruno: “E' Chiaro che l'affiatamento è alla base della riuscita dei nostri video, entrare in una nuova produzione non è mai facile, i tempi sono diversi e il ritmo del girato cambia, fortunatamente abbiamo sempre inostri autori che ci spalleggiano e abbiamo scoperto che la troupe è QUASI più pazza di noi. Questo è un bene”.

Per ora è andato in onda il pilota. Ne avete girate altre? 

Non possiamo ancora dire molto di questo, perché è tutto assolutamente non ufficiale. Sicuramente sono previste più puntate, ma non abbiamo girato altro perché siamo stati fermati dalla situazione italiana.

Belli di nonna e i vostri video sono degli esempi di come, in questo periodo, l’On Demand in tutte le sue formule, sia diventato la norma per l’intrattenimento, basti pensare che alcuni film stanno optando per la distribuzione su piattaforma. Quanto è destinato restare tale anche dopo? 

RICKY: “La tendenza degli ultimi anni viaggia sicuramente verso una forma di intrattenimento in cui gli utenti sono liberi di scegliere cosa guardare su varie piattaforme e non potevamo esimerci dal prendere parte anche noi a questo nuovo modo di diffusione dei contenuti. Ciò non toglie che il format del nostro programma è puramente televisivo ed essendo in linea con il trend dei programmi food si inserirebbe tranquillamente in uno spazio televisivo prime time perché fa riferimento anche ad un pubblico non per forza giovane e quindi meno affine alle dinamiche On demand”.

Simone, per chi non lo sapesse, come sviluppate in fase di scrittura le idee?

Simone: “Noi siamo di partenza un gruppo di autori. Si è aggiunta da ormai più di un anno anche Renata Perongini. Sia che ci siano “brand” nei nostri video sia che non ci siano, noi lavoriamo sempre nello stesso modo. Ci si confronta sulle idee, quando un'idea entusiasma tutti si butta giù un canovaccio. Di solito ci viene molto semplice. Poi di solito dal canovaccio io scrivo uno script, che poi verifico con tutti. Allora il testo è pronto per arrivare agli attori, che ci mettono tantissimo del loro. Questo oggi, perché all'inizio si andava sul set con neanche un canovaccio, con un soggetto! Abbiamo attori bravissimi: Antonella Morea, Fernanda Pinto, Andrea di Maria e ovviamente Riccardo Betteghella e Bruno Galasso che stanno rispondendo con me! Non includo nonna Rosetta perché non vuole essere chiamata attrice, lei è nonna”.

Una buona dose è nell’improvvisazione. Bruno e Riccardo quanto ci mettete di vostro? 

BRUNO: “Anche l'Interpretazione "personale" degli script è alla base del nostro lavoro. Il nostro approccio è teatrale, esiste un canovaccio sul quale improvvisiamo spesso, ma ormai è tale il feeling che a volte basta guardarsi”.

RICKY: “L’improvvisazione è una cosa che è sempre stata fondamentale nel nostro modo di fare comicità, non essendo attori professionisti quando recitiamo sul set, o dal vivo i nostri personaggi  col tempo hanno assunto una vita propria nella maniera in cui muovendosi in uno spazio e in un contesto ben definito è facile per noi immaginare una risposta che Pasqui o Ricky darebbe ad una determinata situazione e quindi dopo anni passati a far vivere questi personaggi in un contesto specifico si può dire che sono diventati parte di noi, diventa in questo modo sempre più difficile scindere Riccardo da Ricky o Bruno da Pasqui in quanto il mondo Casa Surace è anche un mondo reale che abitiamo tutti i giorni sia in quanto persone fisiche sia in quanto personaggi che vivono dentro di noi, quindi più che improvvisazione la chiamerei spontaneità di reazione a situazioni comiche che viviamo costantemente. Da quando ci conosciamo io e Bruno abbiamo sempre scherzato con le imitazioni e i dialetti e i personaggi del milanese e del pugliese li portiamo con noi dai tempi dell’università in cui scherzavamo così anche mentre parlavamo tra di noi, poi grazia a casa Surace e alla creazione del format si è riuscito a dare un contesto e una chiave di lettura ben precisa a questi personaggi che in fondo sono sempre stati parte di noi”.

Poi c’è Nonna Rosetta autentica star…  

Simone: “Chiaro, nonna Rosetta è una nonna! Le piace molto questo lavoro e piano piano sta capendo di essere famosa! Ma resta umile e continua a cucinare! E ci vuole molto bene”.

Il vostro desiderio è che Sala Consilina diventi un vero centro di produzione audiovisiva coinvolgendo anche gli abitanti. A questo punto viene da chiedersi se siete pronti per il cinema o per la produzione di una serie tv quando tutto questo sarà finito?

RICKY: “Credo che continuare a sperimentare nuovi mezzi di comunicazione e nuovi linguaggi sia la chiave per non invecchiare mai e non diventare stantii. Per ora stiamo sperimentando nuove cose con format televisivi e non escludo che a breve ci sarà spazio anche per linguaggi diversi come il cinema o il racconto seriale”.

Simone: “Mi aggrego a quello che dice Ricky. Noi siamo contenti di poter sperimentare nuovi mondi (nuovi per noi) ma ci piace anche rimanere sui social. I social si muovono, in fin dei conti. Nati per i ragazzi diventa sempre più una piattaforma professionale per tutti”.

Basandovi sui gli ultimi due video che avete messo in rete vi chiedo cosa sarà la prima cosa che farete quando non saremo più distanti e in quarantena?

RICKY: “Una delle cose che più mi manca e fare un bel viaggio in macchina verso un agriturismo all’aria aperta e farmi una di quelle abbuffate epiche. Avevo anche dei viaggi programmati come New York e Valencia ma per ora è ancora tutto fermo e forse per viaggi oltreoceano bisognerà aspettare ancora un bel po’.” 
BRUNO: “Per chi come me è troppo esuberante e si sente quasi sempre in gabbia, uscire all'aria aperta è fondamentale, stare con gli amici, viaggiare, andare al ristorante...penso che farò tutte queste cose...Oddio, mi sono ricordato che devo recuperare tre compleanni un battesimo e sei lauree....Rettifico: Mi sa che non esco più”.

Mentre da buoni creativi, voi invece, cosa fate, ai tempi del Coronavirus? 

RICKY: “Avendo a disposizione tanto tempo e da buon nerd anche molte attrezzature cerco di coniugare l’intrattenimento che si può fare sui social a quelle che sono sempre state le mie passioni: la musica (suonata e ascoltata) il gaming e il collezionismo. Quindi niente di più facile una diretta in cui faccio sentire musica o suono la chitarra, dei video gameplay o condivido la mia passione per il modellismo mostrando i miei progressi, tutte cose che possono in qualche modo aiutare le persone a casa a combattere la noia quotidiana e che in qualche modo risolvono anche la mia”.

BRUNO: “Da Buoni cretini? Ah creativi.... Guardiamo il soffitto finché non ci viene l’ispirazione! A Parte gli scherzi, si riscoprono vecchie passioni come suonare la chitarra per esempio, si ha più tempo per le pulizie, leggere o magari scrivere, anche solo i propri pensieri, ci sarà molto da raccontare quando tutto questo sarà finito. intanto usciremo tutti panettieri e pizzaioli”.

SIMONE: “Ci si inventa modi per non annoiarsi! Che poi è quello che facciamo anche il resto dell'anno, se non viaggia il corpo, viaggia la mente!”

Vi è arrivata la notizia che i vostri celebri pacchi hanno ispirato molte famiglie per la Pasqua?

Simone: “Sì, ci è arrivata. E siamo felici. Il pacco da giù non lo abbiamo inventato noi, noi lo abbiamo solo raccontato, ed è diventato di dominio generale. Ma siamo felici. Perché, quello che abbiamo detto da sempre, è che quel pacco non è un bene materiale, è un sentimento. Non è importante cosa c'è dentro, è importante chi te lo manda. E in questo periodo c'era bisogno di questo, di solidarietà, di vicinanza da lontano. Di sentimenti trasmessi. Questo è il pacco da giù. E questi sono anche parte dei nostri sentimenti, che cerchiamo di raccontare a Casa Surace”.

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